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Il Grand Tour di Giuseppe Leone in mostra a Ragusa
A distanza di un anno dalla morte del maestro Peppino Leone, a Ragusa una bellissima mostra postuma con gli scatti dell'ultimo progetto del fotografo: Il Grande Tour fra Sicilia e Campania. L’esposizione sarà in connessione con la permanente fotografica al Museo della città di Palazzo Zacco e saràò visitabile fino al 30 aprile
Il 17 aprile di un anno fa moriva Giuseppe Leone, uno dei protagonisti più stimati e apprezzati della fotografia italiana, autore di scatti indimenticabili e di libri pubblicati con i più grandi scrittori, da Sciascia, a Bufalino, a Consolo. A Ragusa Ibla, lo scorso fine settimana, a San Vincenzo Ferreri è stata inaugurata una mostra postuma del fotografo, dedicata al viaggio in Campania e in Sicilia con gli scatti del Maestro; scatti che raccontano l’ultimo reportage che Leone realizzò in vita, pensando a un progetto ispirato al Grand Tour e dedicato al viaggio attraverso l’antico Regno delle due Sicilie. I diversi tasselli del racconto compongono un mosaico in grado di risuonare dentro il visitatore, restituendo paesaggi e memorie di antiche civiltà, creando campi semantici oppositivi, nutrimento essenziale della narrazione: l’andare e il restare, il partire e il tornare, il mutare e il durare.
L’iniziativa è realizzata dall’Ente del Terzo Settore “Il Simposio delle Muse” con il patrocinio e la collaborazione tecnica del Comune di Ragusa all’interno del progetto “Promenade Méditerranéenne”, ideato da Mario Esposito ed è stato ideato in occasione del trentennale del Premio Nazionale “Penisola Sorrentina”. L’intento della mostra è rivolto a costruire le fonti più spontanee dei propositi espressivi e di una cultura identitaria e comunitaria.
Le foto di Giuseppe Leone sono testimonianza collettiva e intima curiosità, poesia e documentarismo, denuncia e ironia, sarcasmo quando serve e struggente malinconia.
Peppino Leone visitò diverse volte la Campania in un periodo particolare, quello del Covid e post Covid; le foto, come in un mosaico, restituiscono paesaggi e memorie di antiche civiltà. Attraverso le sue immagini, prende forma una mappa immaginaria alla scoperta di un Sud e di un Mediterraneo invisibili, che in qualche modo assomigliano a noi stessi.