Siracusa

Il “mondo di mezzo” approda a Ortigia: quattro arresti per mafia

Coinvolti anche un medico, un dirigente dell’Asp e due agenti della Polizia municipale

di Sergio Randazzo -

Una nuova inchiesta della Procura distrettuale antimafia di Catania fa emergere intrecci tra criminalità organizzata, pubblica amministrazione e professionisti a Siracusa. A finire in manette quattro uomini appartenenti a una cosca che aveva il proprio quartier generale a Ortigia, cuore storico e turistico della città. L’operazione, condotta il 4 luglio da Carabinieri e Guardia di Finanza, ha svelato un sistema di relazioni e favori che ricorda da vicino il “mondo di mezzo” emerso nell’inchiesta romana su Mafia Capitale.

Una cosca al centro di affari e favori

Secondo le indagini, il gruppo mafioso avrebbe potuto contare su una rete di fiancheggiatori e clienti insospettabili: tra questi due agenti della Polizia municipale di Siracusa, un medico e un dirigente dell’Asp. I due pubblici ufficiali sono indagati per aver fornito informazioni riservate, compresi accessi illeciti al portale della Motorizzazione civile e soffiate su controlli in zona Ortigia, in particolare quelli sugli ape calessini gestiti abusivamente dal gruppo.

Credito da riscuotere? Si ricorre alla cosca

Al centro di uno degli episodi chiave c’è una vicenda di riscossione crediti dai contorni torbidi: un medico in servizio presso una clinica privata della città, non riuscendo a ottenere 30 mila euro da un uomo a seguito di uno scambio di auto di grossa cilindrata, si sarebbe rivolto – tramite l’intermediazione di un dirigente Asp – alla cosca di Ortigia per risolvere la questione. L’incontro decisivo avviene in uno dei chioschi nella disponibilità della banda, nel 2021. A titolo di “acconto”, al debitore sarebbe stata sottratta un’autovettura, pari a un valore di 10 mila euro.

Le “soffiate” ai mafiosi dai vigili urbani

Determinanti, per l’attività del gruppo, sarebbero state le soffiate dei due vigili urbani, che avrebbero avvisato in anticipo su controlli previsti nella zona turistica di Ortigia, permettendo al gruppo di aggirare le regole per i trasporti turistici. In un’intercettazione, gli arrestati commentano soddisfatti: «I confidenti l’avemo boni». Non solo: secondo l’accusa, i due agenti avrebbero anche fornito dati anagrafici di proprietari di veicoli su richiesta della gang. «Dimmi urgentemente a chi è intestata» – dice uno degli indagati – «Tra 15 minuti arrivo al comando e faccio il controllo».

Anche un falso incidente per un indennizzo

Non mancano episodi di presunto favoreggiamento personale: uno degli arrestati, rimasto coinvolto in un incidente stradale, avrebbe contattato uno dei vigili per eludere responsabilità e ottenere un indennizzo da oltre 5 mila euro, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti.