Attualità
Il turismo “disunito” nel sud est siciliano
Numeri a confronto
I numeri recentemente snocciolati da Giuseppe Rosano, presidente di Noi albergatori Siracusa, stanno alimentando un ampio dibattito. “I dati statistici ricavati l’8 settembre da Osservatore Regionale Siciliano e Istat – ha spiegato Rosano – annotano ad agosto il 16,7% in meno di turisti alloggiati nel capoluogo aretuseo”. E se gli stranieri reggono, gli italiani invece segnano un calo quasi clamoroso. “Caro voli”, “caro bollette”, “caro spesa” sono alla base della contrazione di ospiti italiani per Noi Albergatori … “caro ristorante”, “caro alberghi” e “caro iniziative varie” ci mettono il carico, almeno stando a quello che si legge sui social, per i siciliani che commentano. Ma in questa girandola di osservazioni e analisi più o meno spicce colpisce leggere i tanti che da Siracusa fanno paragoni con la provincia di Ragusa, abile a fare concorrenza, o con quella di Catania. E il bello è che chi osserva un calo del turismo negli iblei scrive, da ragusano, le stesse cose sui siracusani. E’ chiaro che nel sud est della Sicilia permangono un campanilismo di fondo e l’idea che ogni porzione di territorio si debba muovere non solo in autonomia ma pure in concorrenza con i vicini. Pochi giorni fa abbiamo fatto notare l’assenza di iniziative comuni, condivise e di ampio respiro per celebrare i 100 anni dalla nascita di Andrea Camilleri: un altro segnale di come ciascuno vada per conto proprio e coltivi il proprio orticello. Spesso però il piccolo orto non basta a sfamare la famiglia e quando l’annata non è delle migliori addirittura si rischia di fare la fame. Ultimissime annotazioni: in Albania una cena di pesce fresco costa tra i 20 e i 25 euro, in Grecia (escludendo le isole super famose) una camera doppia con 60 euro a notte ad agosto la si trova, in Croazia un volo andata e ritorno Roma – Zagabria stamattina lo si prenotava a 45 euro. Fate voi.