Catania

In Italia non si dimette mai nessuno

Il sindaco di Catania ha chiesto le dimissioni del CdA SAC

di Emiliano Di Rosa -

“L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” recita il primo articolo della nostra Costituzione. “Qui si fa l’Italia o si muore!” disse Garibaldi a Bixio proprio in Sicilia durante la battaglia di Calatafimi. “Di legale in Italia c’è solo l’ora” è una delle battute più fulminanti di Roberto benigni. “L’Italia è il paese che amo” fu l’arcinoto incipit della discesa in campo di Berlusconi. E potremmo continuare. Ma invece aggiungiamo che “l’Italia è il luogo dove nessuno si dimette”. Vale per tutte le categorie, ovunque, per ogni incarico. Salvo casi estremi quando davvero si riesce a convincere l’occupante di turno della sedia di alzarsi da solo, almeno formalmente, questa è una nazione dove si fanno le barricate estreme pur di conservare incarichi, potere, emolumenti, privilegi, pulsantini da schiacciare eccetera. Siamo molto lontani dal modello anglosassone, per intenderci, dove ci si dimette spesso, si chiede scusa per errori grossolani, si fanno le valigie e si saluta ma siamo distanti pure da altre storie e consuetudini nazionali, sociali, culturali. In Italia le dimissioni sono cosa rarissima, mosche bianche, diamanti blu. Anche perché l’opinione pubblica, lo diciamo con franchezza, dimentica facilmente, più che altrove. E questa estrema difficoltà a ottenere le dimissioni negli ultimi tempi, fateci caso, è diventata anche rarità nel richiederle, quasi un po’ si ci vergognasse ad esporsi, quasi non ne valesse la pena tanto poi “a chiddu cu o smovi”, quasi quasi, in fondo, se nulla cambia meglio farsi i fatti propri. Vale in Italia e vale, per certi versi, ancor di più in Sicilia. Detto questo il sindaco di Catania oggi ha compiuto un atto politico chiedendo le dimissioni del Cda della SAC e con qualche eccezione quello di Enrico Trantino resta, finora, un atto politico isolato.