Catania

Inaugurazione Anno Giudiziario, ‘La mafia nel Catanese è un fenomeno complesso e radicato’

La famiglia catanese di Cosa nostra, domina il panorama mafioso del territorio

di Sergio Randazzo -

Il quadro criminale della provincia di Catania si conferma articolato e complesso, caratterizzato dalla presenza di consolidate consorterie mafiose legate a Cosa nostra e da altri sodalizi criminali fortemente organizzati. È quanto emerge dal rapporto illustrato oggi dal presidente della Corte d’Appello di Catania, Filippo Pennisi, durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario.

La mappa del potere criminale

La famiglia catanese di Cosa nostra, domina il panorama mafioso del territorio. La sua struttura si articola in squadre operative attive in diversi quartieri del capoluogo, tra cui Librino, San Cosimo, Villaggio Sant’Agata, Picanello e San Giovanni Galermo, con ulteriori articolazioni nella provincia etnea.

  • Aree di influenza in provincia:
    • Paternò: Gruppi Assinnata e Alleruzzo.
    • Adrano: Gruppo Santangelo, detto “Taccuni”.
    • Biancavilla: Gruppo Tomasello-Toscano-Mazzaglia.
    • Bronte e Maniace: Presenza di ulteriori gruppi.
    • Mascalucia, Lineri, San Pietro Clarenza e Belpasso: Altri punti di insediamento mafioso.
  • Zona ionica:
    • Attività mafiose radicate a Giarre, Mascali e Fiumefreddo di Sicilia, con ramificazioni nelle aree della provincia di Messina, come Cesarò e San Teodoro, sotto la competenza del distretto di Catania.

Non belligeranza e conflitti

Secondo il rapporto, nonostante la tendenza alla non belligeranza tra i principali schieramenti – favorita da politiche di spartizione territoriale e affaristiche – non sono mancati episodi di conflittualità. Un caso emblematico è stato lo scontro a fuoco dell’8 agosto 2020, tra esponenti di clan opposti, che causò due morti e sette feriti. Questo evento ha portato all’arresto di numerosi individui e alla collaborazione con la giustizia di sei soggetti coinvolti.