Palermo

Inchiesta corruzione all’Ars, indagine più ampia del previsto

Secondo gli inquirenti, il vero perno dell’inchiesta non è Galvagno

di Sergio Randazzo -

Non si tratta solo di regalie o favori che imprenditori e impresari avrebbero offerto al presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gaetano Galvagno. L’inchiesta per corruzione che scuote Palazzo dei Normanni è molto più complessa di quanto sembrasse inizialmente.

Il ruolo dell’Assessorato al Turismo

Al centro di uno dei capitoli dell’indagine emerge anche l’Assessorato al Turismo, oggi guidato da Elvira Amata, subentrata a Scarpinato dopo lo scandalo della mostra milionaria di Cannes. La Amata non sarebbe coinvolta direttamente, ma sotto la lente degli inquirenti è finito il suo capo di gabinetto vicario, intercettato nell’ambito del finanziamento da 100mila euro all’evento “Magico Natale” promosso dalla Fondazione Dragotto a fine 2023.

Un filone secondario

Questo, però, non è il nodo principale dell’indagine avviata dalla Procura di Palermo. L’inchiesta potrebbe avere ramificazioni fino a Roma, ma si concentra su vicende esclusivamente siciliane. Al centro resta la contestata mostra di Cannes: un affidamento milionario a una società lussemburghese bloccato dal presidente della Regione dopo l’esplosione dello scandalo, ma troppo tardi per fermare l’ondata giudiziaria.

De Capitani, l’asse degli affari

Secondo gli inquirenti, il vero perno dell’inchiesta non è Galvagno, ma la sua portavoce, Sabrina De Capitani. Sarebbe lei, per la Procura, la figura di riferimento nelle trattative per appalti, eventi, progetti culturali e spettacolo legati a esponenti di Fratelli d’Italia. Una fitta rete di relazioni che ora rischia di far emergere nuovi scenari.