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Indennità partecipate, bocciata la norma all’Ars

Secondo il deputato del Pd, Dipasquale, a fare la differenza è stata la procedura di voto segreto

di valentina di rosa -

Con 39 voti favorevoli e 16 contrari all’Ars l’emendamento soppressivo dell’articolo 1 del ddl stralcio sulle partecipate ha di fatto bloccato l’aumento delle indennità per gli amministratori delle società partecipate della Regione Sicilia. Per l’opposizione l’aumento avrebbe comportato un aumento della spesa pubblica non giustificato e portato da una gestione definita disastrosa delle società partecipate.

In queste ore non mancano le considerazioni di natura politica sull’esito del voto con procedura segreta richiesta dalle opposizioni rispetto alla maggioranza di centrodestra che appare sconfitta. Secondo Nello Dipasquale, deputato del Pd, ad influire è stata la procedura di voto segreto spesso criticata che ha permesso, ha dichiarato, ha permesso ai deputati di maggioranza di essere liberi e non controllati, votando in piena libertà e autonomia.

Per l’opposizione la Regione deve spendere con acutezza, dando priorità alla sanità, alla siccità e al caro bollette e all’inflazione che colpisce i cittadini. E proprio in merito alla tassazione, è stato prorogato al 30 giugno in Sicilia lo “Stracciabollo” prorogato per tutti i siciliani, la cui scadenza era stata prevista al 30 aprile per la tassa automobilistica. A darne notizia, Ignazio Abbate, che ha presentato apposito emendamento, condiviso da tutto il gruppo parlamentare della DC, fatto proprio dal Governo e approvato dal Parlamento.

“Inizialmente – spiega il Presidente della commissione Affari Istituzionali, Abbate – la scadenza del 30 era stata pensata per venire incontro soprattutto a quelle aziende che possiedono svariati mezzi, il cui ammontare del debito raggiunge in certi casi cifre ragguardevoli, talvolta causato da crisi economica. Abbiamo voluta estenderla a tutti i cittadini – conclude – in modo di dare a quanti più automobilisti possibili di mettersi in regola”.