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Insegnanti di sostegno, vocazione o trampolino di lancio?
Il mondo della scuola e gli insegnanti di sostegno; c'è un monito interessante da parte di ANFFAS Ragusa affinchè i ragazzi con disabilità non diventino un banco di prova per chi cerca lavoro facile.
“La scuola deve rispondere ai bisogni dei nostri studenti e delle nostre studentesse con disabilità. Occorre un cambio di passo repentino, perché i fatti che continuano a registrarsi in alcune scuole non sono più tollerabili”. Lo dice Anffas onlus Ragusa condividendo quanto affermato in queste ultime ore da Vincenzo Falabella, presidente nazionale della Federazione italiana per il superamento dell’handicap. “Bisogna arrivare al più presto a costruire una scuola realmente inclusiva – dice ancora Anffas onlus Ragusa – Infatti, attraverso la dicitura “inclusività” si sta perpetrando una palese violazione dei nostri diritti costituzionali, in quanto agli alunni con disabilità non solo non è garantita l’inclusione ma neppure un percorso formativo adeguato, all’altezza dei bisogni soggettivi di ogni studente. Nel nostro territorio, da questo punto di vista, si sta lavorando in rete con il coinvolgimento dei dirigenti scolastici e degli insegnanti. Proprio per raggiungere questi risultati. E i riscontri che abbiamo ottenuto sono, finora, interessanti. Crediamo che oggi occorra una sterzata completa e questa si può ottenere soltanto con un’apposita cattedra sul sostegno. Chi vorrà fare sostegno, dovrà avere la vocazione e la formazione specifica, anche durante il servizio. Al momento, come dimostrano i fatti che si succedono, il sostegno viene utilizzato solo per consentire ad alcuni insegnanti un primo luogo di accesso al mondo del lavoro.”
La situazione di ora è figlia di un sistema scolastico errato che ha permesso ad aspiranti insegnanti di accumulare punteggio lavorando su sostegno, all’inizio anche senza abilitazione e dunque senza competenza, pur dovendosi rapportare spesso con bambini con serie problematiche, e con un reale bisogno di essere seguiti nel modo corretto. Adesso sono necessarie competenze e specializzazioni, anche perchè il primo pensiero per chiunque intraprenda questa strada deve andare ai bambini bisognosi di sostegno. Secondo l’Anffas “servono controlli seri e continui, formazione continua e verifiche rigorose sulla qualità e sull’etica dei docenti, e non solo per garantire un’istruzione di qualità. Dobbiamo costruire un sistema trasparente e responsabile, in grado di rispondere alle esigenze dei nostri studenti, che non sono numeri. I nostri figli non sono un banco di prova per chi cerca un lavoro facile. Non c’è spazio per l’improvvisazione, soprattutto quando si affrontano certe complessità”, conclude l’associazione del terzo settore.