Cronaca

Interrogato il medico del superboss

L’indagato Alfonso Tumbarello risponde al Gip: “Non sapevo fosse Messina Denaro”

di Leonardo Emmolo -

Alfonso Tumbarello, medico di Campobello di Mazara, che aveva in cura il boss Messina Denaro, e Andrea Bonafede, cugino e omonimo del “geometra” che ha prestato l’identità al padrino, sono stati interrogati questa mattina dal Gip, Alfredo Montalto.

Le accuse

I due sono stati arrestati due giorni fa con le accuse, rispettivamente, di concorso esterno in associazione mafiosa e falso e favoreggiamento e procurata inosservanza della pena aggravati dall’aver favorito Cosa nostra.

“Non sapevo fosse Messina Denaro”

Tumbarello, che in due anni ha seguito il capomafia nel percorso di cure del cancro di cui soffriva, prescrivendogli 137 tra ricette e analisi intestate al suo assistito Andrea Bonafede, ha sostenuto di non aver mai sospettato che il vero paziente fosse un altro e cioè Messina Denaro. Secondo quanto scrive l’Ansa, il medico ha raccontato al gip di aver appreso che a Bonafede era stato diagnosticato il tumore e di essersi limitato, senza visitarlo, a prescrivergli terapie e accertamenti che poi gli avrebbe fatto avere tramite il cugino.

Le altre risposte del medico davanti al Gip

Tumbarello ha affermato che il suo assistito aveva espresso il desiderio che non si sapesse della malattia, circostanza che avrebbe anche spiegato (secondo l’indagato) alcuni comportamenti come, ad esempio, quello di non presentarsi fisicamente nello studio medico. L’indagato avrebbe però ammesso di aver fatto da tramite tra l’ex sindaco di Castelvetrano Vaccarino e il fratello di Messina Denaro, Salvatore.

La versione di Bonafede

Andrea Bonafede, invece, si legge nello stesso lancio dell’agenzia stampa, ha sostenuto di aver solo assecondato le richieste del cugino che diceva di essere gravemente ammalato e di aver fatto la spola tra lui e il medico, per avere e consegnare i documenti sanitari necessari per le terapie. Foto Repubblica.


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