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La Dc va oltre Cuffaro: “Noi vittime di razzismo politico”
A Palermo la prima riunione della segreteria regionale dello scudo crociato dopo l’addio dell’ex presidente, coinvolto nell’inchiesta sugli appalti.
Andare oltre Cuffaro senza rinegare Cuffaro. E’ questa la missione complicatissima della Dc, rimasta orfana del suo leader, finito nel mirino della magistratura. Al segretario Stefano Cirillo tocca serrare i ranghi non senza far notare il doppio binario utilizzato dal governatore Schifani nell’affrontare la questione morale
“Colpevolizzare un’intera classe dirigente è una cosa che non si era mai vista prima. E’ una forma di razzismo politico. E poi, la questione morale si sta affrontando a targhe alterne”, ha detto Cirillo, riferendosi ai due pesi e alle due misure utilizzate nel valutare le vicende giudiziarie che vedono coinvolti esponenti della maggioranza di governo.
Il colpo è stato durissimo per i fedelissimi dello scudo crociato. Nell’ufficio di via Ricasoli, sede regionale del partito si prova a sorridere, ma il fantasma di Totò aleggia. Sono presenti tantissimi tra donne e uomini ad aver accompagnato Cuffaro sin dai primi passi in politica. Per loro, ma anche per come il segretario Cirillo che all’ex presidente si è avvicinato negli ultimi anni, Cuffaro non è il mostro dipinto dalle cronache e dalle inchieste.
“Cuffaro ha avuto il merito di far rinascere questa formazione politica che si oppone ai sovranismi e ai populismi e il non avere un riferimento romano potrebbe aver dato fastidio a qualcuno”, conclude il segretario della Dc.
Presenti anche gli ex assessori regionali Albano e Messina, licenziati dal governatore Schifani allo scoppio dell’inchiesta.
Messina conferma la lealtà e il sostegno al governo regionale. Il prossimo appuntamento DC è a Roma il 26 novembre per fare chiarezza sul futuro del partito.