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“La guerra dei dazi”
In Sicilia a rischio quasi mezzo miliardo di euro
E’ una sorta di “dichiarazione di guerra commerciale” quella fatta ieri dal Presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump, all’Unione Europea con la lettera in cui ha annunciato, a partire dal primo di agosto, dazi per il 30% su tutti i prodotti esportati dall’Europa verso gli USA. Le reazioni nel Vecchio Continente sono tante e piuttosto articolate: il presidente francese Macron chiede una reazione immediata e forte e questa sembra anche la linea della presidente della Commissione Europea Von der Lyen; da Berlino il cancelliere Merz appare più attendista; da Roma la presidente del Consiglio Meloni propone di trattare senza isterismi. Anche il presidente di Confindustria, Orsini, dice “calma e sangue freddo. La cifra che l’Italia potrebbe rimetterci oscilla tra i 15 e i 35 miliardi di euro almeno stando alle simulazioni della Svimez e della Cgia di Mestre che lasciano poco spazio all’immaginazione. I settori più colpiti sono meccanica e agroalimentare. Nella nostra Regione è di un miliardo quasi tondo, (per l’esattezza 995 milioni di euro) il volume annuale dell’export siciliano verso gli Stati Uniti: una montagna di fatturato che le imprese dell’Isola potrebbero vedere dimezzata se l’aumento dei dazi al 30%, si concretizzasse tra meno di tre settimane. Il ragionamento che fa la CGIA di Mestre però apre anche qualche spiraglio di cauto ottimismo … Tornando alla proiezione, in scala regionale, delle stime elaborate a livello nazionale dal nuovo report della Cgia di Mestre, l’incidenza nazionale, rapportata alla nostra Isola, comporterebbe un crollo di circa 450 milioni di euro di entrate in un anno. “Una voragine – conclude un comunicato dell’Associazione Artigiani e Piccole Imprese – che potrebbe pure aumentare, se la Sicilia nel 2025 ripetesse le performance del 2023, quando il giro d’affari verso gli States arrivò a 1 miliardo e 264 milioni di euro”.