Cronaca
La mafia dei pascoli con interessi anche al gambero rosso
La mafia dei pascoli, con interessi nella pesca del gambero rosso e il controllo delle aste giudiziarie. Così tra Marsala e Mazara i nuovi boss controllavano il territorio
La mafia dei pascoli, che controlla le aste giudiziarie, e con interessi nel settore dei supermercati e della pesca del gambero rosso. Una mafia fatta di reduci, che agiscono però da battitori liberi, in un mandamento, quello di Mazara del Vallo, da sempre zoccolo duro di cosa nostra. Tra i 18 arrestati del blitz eseguito ieri dalla Guardia di Finanza, su disposizione della DDA di Palermo, ci sono nomi noti e personaggi con parentele pesanti. Che forti di quel legame hanno potuto imbastire piccoli e grandi affari.
Tra i personaggi chiave di questa inchiesta troviamo Domenico Centonze, accusato di essere il braccio operativo del capo mandamento Dario Messina, attualmente detenuto. Centonze avrebbe gestito crediti, risolto controversie con violenze e controllato il traffico di droga tra Palermo e Mazara. Avrebbe svolto inoltre un ruolo determinante nel controllo delle aste fallimentari e delle aree di pascolo, intimidendo gli allevatori e imponendo spartizioni imposte dall’organizzazione mafiosa. Insieme a lui sono stati arrestati il padre e il cugino, Pietro Centonze. I due cugini furono prima condannati e poi assolti per un duplice omicidio avvenuto diversi anni fa nelle campagne tra Marsala e Mazara. Un delitto rimasto senza colpevoli.
Parentela pesante per Pietro Burzotta, genero del defunto Vito Gondola, storico boss di Mazara che ha gestito per un periodo la corrispondenza di Matteo Messina Denaro. Burzotta avrebbe ereditato il controllo delle aree rurali e di pascolo nel Trapanese.
E poi c’è l’imprenditore Luigi Prenci, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Prenci avrebbe costruito un impero economico nel settore dei supermercati e della pesca grazie al supporto della mafia. In cambio, avrebbe garantito posti di lavoro ad affiliati, acquistato beni all’asta per restituirli alla disponibilità mafiosa e fornito sostegni finanziari agli esponenti dell’organizzazione.
Un’organizzazione che nel corso degli anni è stata falcidiata dalle inchieste giudiziarie, e che viene ridimensionata sempre di più con gli arresti di ieri.