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La protesta del “popolo del grano”

Un piano in sette punti di Coldiretti

di Emiliano Di Rosa -

Non si è ancora spenta l’eco della grande manifestazione di venerdì a Palermo quando migliaia di agricoltori hanno sfilato per il centro fino a palazzo d’Orleans sede della presidenza della Regione Sicilia. La manifestazione si è svolta in contemporanea con quella di Bari e di altre città per le denunce del cosiddetto “popolo del grano”: crollo delle quotazioni mentre i costi della produzione continuano a crescere e il grano viene importato da nazioni dove non valgono le nostre regole sanitarie, ambientali e sociali.

Coldiretti propone un piano in 7 punti per rilanciare il grano italiano a partire dalla Commissione unica nazionale, dalla lotta alle pratiche sleali e da più contratti di filiera. La protesta è arrivata  mentre il prezzo del nostro grano duro è ormai crollato a 28 euro al quintale, con un calo del 30% in un anno, tornando ai livelli pre-guerra in Ucraina, mentre i costi di produzione sono aumentati del 20% dal 2021. Un chilo di pasta oggi viaggia sui 2 euro, ma agli agricoltori vengono riconosciuti appena 28 centesimi al chilo di grano. Coldiretti ritiene infine ormai non più derogabile il blocco delle importazioni sleali, a partire da quelle di grano trattato con sostanze vietate in Europa, come il glifosate canadese o i pesticidi e fungicidi impiegati in Turchia e Russia.