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La resistenza di una donna libera, Maria Occhipinti

Le donne nella Resistenza italiana ebbero un ruolo fondamentale e contribuirono insieme ai partigiani alla lotta contro il fascismo. Una di queste donne fu, a Ragusa, Maria Occhipinti. Una tavola rotonda, ieri, per esaltare il suo ruolo di "donna libera" e la sua decisione di andare oltre i ruoli tradizionali e contribuire alla liberazione del proprio paese.

di Chiara Scucces -

La resistenza di una donna libera, Maria Occhipinti. A questa straordinaria donna, alla sua storia, alla sua eredità, è stata dedicata la tavola rotonda organizzata ieri pomeriggio al Centro Commerciale Culturale di Ragusa. Maria Occhipinti è stata protagonista e testimone della ribellione popolare in Sicilia contro la guerra e impegnata per il riscatto delle donne e degli ultimi dalla condizione di subalternità imposta dalla cultura dominante nei primi decenni del Novecento. La sua azione ha travalicato i confini regionali e nazionali; ieri sera è stata occasione per presentare dei quaderni (”L’infinita poesia di una vita. Maria Occhipinti, donna di Ragusa e del mondo”) a cura di Mantova Poesia che si è occupata di studiare la figura di Maria Occhipinti

Maria, ventitreenne sposata e incinta di cinque mesi, vive con il marito, i genitori, le sorelle nella zona più popolare di Ragusa. La mattina del 4 gennaio 1945, l’ennesimo rastrellamento la porta a un gesto estremo: si stende a terra davanti alle ruote di un camion militare come azione di protesta. Sarà arrestata, confinata a Ustica e schedata a vita come sovversiva. La sua azione politica di grande coraggio fu misconosciuta e osteggiata dalla sua stessa famiglia: fu abbandonata dal marito, vessata dai genitori, considerata una vergogna per il suo paese. Per fortuna la sua storia ha ricevuto il riconoscimento che meritava dalla storia e non poteva che essere così