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La sabbia dragata al porto di Donnalucata sarà rimossa

Quindi mezzi pesanti entreranno in funzione domani per smaltire 6 mila metri cubi di sabbia

di Leuccio Emmolo -

Dopo l’ondata di  polemiche sulla mancata rimozione dei sei mila metri cubi di sabbia dragata dai fondali della diga foranea del porticciolo di Donnalucata, domani finalmente inizierà lo smaltimento della montagna di sabbia. Saranno 15 mezzi pesanti utilizzati per la rimozione che durerà diversi giorni. Si prevede che i giorni necessari saranno almeno cinque. Dopo la caratterizzazione delle sabbie, che sono risultate idonee al conferimento in un terreno agricolo, l’assessorato al Territorio della Regione (si è interessato l’on. Ignazio Abbate), il Libero Consorzio Comunale di Ragusa, la Prefettura, hanno autorizzato la rimozione e il trasporto delle sabbie dragate. Si risolve così, dopo tutti gli adempimenti di legge, complessi e articolati, la vicenda del cumulo di sabbia e argilla che per qualche settimana ha stazionato davanti al porticciolo creando disagio ai cittadini e alla nautica da diporto locale.

Il risultato è un porto finalmente dragato e la destinazione delle sabbie a finalità consentite dalla legge dopo le analisi condotte su di esse. Per accelerare i tempi di rimozione la Prefettura, poco dopo le 13 di oggi ha autorizzato, in via del tutto eccezionale, il transito dei camion nella giornata del sabato. “Comprendiamo pienamente – hanno detto il sindaco Mario Marino e l’assessore Enzo Giannone- come la presenza del cumulo non giochi a favore della borgata, soprattutto a coloro che operano nelle immediate vicinanze”.  A Donnalucata è crescente il malcontento per il brutto colpo d’occhio. Attività commerciali e strutture ricettive non hanno mancato di far notare come da settimane siano fortemente penalizzate. Si prevede che, piano piano, la situazione al porticciolo, tra giovedì e venerdì prossimi possa tornare alla normalità.  Chi vi opera, quasi in corrispondenza, è molto infastidito. E’ il caso del  circolo nautico, dei diportisti e delle  due cooperative dei pescatori “San Giuseppe” e “U Scaro”  impossibilitati ad uscire in mare con le imbarcazioni.