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La Sughereta cancellata dal fuoco, Conti : ‘Ripartiremo’
Il bilancio è pesantissimo: oltre 3600 ettari di bosco andati in fumo, un fronte di fuoco lungo 5 chilometri che ha cancellato secoli di storia naturale, distruggendo habitat, alberi monumentali, biodiversità
È un sindaco stanco, arrabbiato e profondamente amareggiato, quello che appare in diretta sui social all’indomani di uno degli incendi più distruttivi che Niscemi ricordi.
Il bilancio è pesantissimo: oltre 3600 ettari di bosco andati in fumo, un fronte di fuoco lungo 5 chilometri che ha cancellato secoli di storia naturale, distruggendo habitat, alberi monumentali, biodiversità. Uno scenario apocalittico, che si è consumato in meno di due giorni sotto gli occhi impotenti di cittadini e operatori.
Per ore vigili del fuoco e canadair hanno lottato contro le fiamme, riuscendo apparentemente a domarle nella tarda mattinata. Ma il sollievo è durato poco. Intorno alle 14, nuovi focolai sono scoppiati in punti distanti, La prova evidente secondo il sindaco che dietro a tutto questo ci sia una mano criminale, che potrebbe aver approfittato del caldo torrido e del vento per trasformare il parco naturale in un inferno.
E ora il Comune si prepara a chiedere al Governo nazionale e alla Regione Siciliana il riconoscimento dello stato di calamità naturale.
Le fiamme, nella giornata di ieri, sono arrivate a lambire le abitazioni all’interno della riserva. È stato necessario evacuare diverse famiglie. Solo il pronto intervento delle squadre di soccorso ha evitato il peggio, ma la paura resta. Come resta la devastazione, visibile ovunque: tronchi carbonizzati, terreno annerito, il silenzio irreale dove prima c’era vita.
Una ferita profonda, che Conti non esita a definire “una delle più gravi degli ultimi anni”, ma il primo cittadino non si arrende.
Intanto le forze dell’ordine e i tecnici della forestale stanno effettuando rilievi a tappeto: si cercano inneschi, tracce, elementi che possano confermare l’origine dolosa dell’incendio e prevenire nuovi episodi.
Ma la ricostruzione sarà lunga. La Sughereta era non solo un patrimonio ambientale, ma anche simbolo identitario di un’intera comunità. Ora, dalle ceneri, dovrà rinascere.