Attualità

L’archivio di Stato a rischio Chiusura

Continua la mobilitazione degli storici e degli studiosi messinesi

di tcf -

E’ un vero e proprio allarme quello relativo all’archivio di Stato di Messina, attualmente sotto sfratto e che rischia di dover traslocare a Catania. Una fonte importantissima per gli storici messinesi di documenti provenienti dagli enti pubblici; per la quale però il futuro è al momento un grande punto interrogativo. Per la struttura era stata lanciata una manifestazione d’interesse andata deserta, ed era stata anche creata un’apposita commissione per valutare le eventuali offerte che purtroppo non sono mai arrivate.

L’archivio di Stato, che si trova in via La Farina al numero 293 ad angolo con via Avellino, fu istituito a metà ‘800 come Archivio provinciale in esecuzione della legge organica sugli archivi del Regno del 1° agosto 1843 n. 8309, e cominciò di fatto a funzionare il 31 luglio 1854. Fin dalla prima metà del secolo XVII erano conservate in diverse stanze del palazzo del Senato di Messina, che sorgeva nella piazza del Duomo, “le pubbliche e le private scritture, strumenti e memorie antiche e moderne. Nel 1679, per ordine del Viceré Francesco Benavides, conte di Santisteban, l’archivio fu trasportato in Spagna perché in esso si conservavano i privilegi con cui erano state concesse a Messina le prerogative e le franchigie di cui aveva fino ad allora goduto e di cui ora veniva privata per la sua rivolta contro il governo spagnolo.

Dopo il terrificante terremoto del 1908 furono totalmente recuperati i fondi archivistici custoditi dall’Archivio provinciale. Ad oggi, l’archivio di Stato di Messina può contare su oltre 5 mila metri lineari di documentazione, considerando anche le circa 700 pergamene e i 10 mila volumi di biblioteca. A dicembre lo sfratto esecutivo. E la necessità di trovare una soluzione in fretta per far sì che un patrimonio così importante non vada disperso.