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L’eterna lotta del bene contro il male. “Ritorno ad Amtara”

Il primo romanzo dell’antropologa Valentina Ferranti è un viaggio distopico nel futuro, in un mondo distrutto dalle catastrofi nucleari

di piero messina per sicilia on demand -

Ritorno ad Amtara è il primo romanzo di Valentina Ferranti. Antropologa e saggista, Ferranti si cimenta per la prima volta nella narrativa di fantascienza. Il racconto è un salto nella distopia, in un mondo del futuro devastato dal conflitto nucleare. Quel che è rimasta è una terra invivibile, dove solo pochi ambiti restano a disposizione di un’umanità divisa in due fazioni.

Ma che cosa è Amtara, e perché si chiama così? Amtara è un termine sanscrito che vuol dire luogo della non morte.

Amtara è L’eterna lotta tra il bene e il male ma non solo. E’ una tensione verticale che indirettamente offre anche una lettura in filigrana dei tempi che stiamo vivendo, interpretati e raccontati in una chiave onirica e densa di passione, sentimento e scontro sociale, con uno stile narrativo a volte intenso e tagliente, a volte intimo e struggente

Forte delle sue radici antropologiche, evocando i grandi classici della fantascienza come 1984 di Orwell e il Mondo Nuovo di Huxley, ma anche i panorami post apocalittici di Ammaniti, RITORNO AD AMTARA in più indica un percorso salvifico anche per chi si è trovato suo malgrado, dalla parte sbagliata. E’ il richiamo al libero arbitrio, a una religiosità senza stereotipi e infingimenti.

Ritorno ad Amtara è anche il sigillo dell’eterno femminino. Quello di Valentina Ferranti non è un femminismo esasperato e da copertina dei magazine. E’ più semplicemente un richiamo alle tradizioni, alle origini e alla sacralità della vita. La storia non si conclude qui. Ritorno ad Amtara, pubblicato per i tipi di NPE avrà un seguito.