Palermo

L’ex PM Principato, “Messina Denaro aiutato in latitanza anche da talpe dello Stato”

"Denaro ha usufruito di una rete di aiuti che lo ha protetto fino all'ultimo momento"

di Sergio Randazzo -

Durante la presentazione del libro ‘Siciliana’ a Trapani, l’ex Procuratore aggiunto di Palermo Teresa Principato ha rivelato: “Potrei citare numerosi episodi in cui eravamo vicini a catturare Matteo Messina Denaro: ogni volta, però, lui era già fuggito, avvertito del pericolo. Non posso e non voglio dimenticare che ho personalmente presentato una denuncia contro il Procuratore dell’epoca, Francesco Messineo, al Csm, per il suo comportamento”.

Gli aneddoti

Nel libro, Principato ripercorre gli anni in cui ha coordinato l’inchiesta per la cattura di Messina Denaro, il quale è stato poi arrestato nel gennaio del 2023 e morto pochi mesi dopo. “Nei giorni in cui stavamo per catturarlo, non dormivamo, aspettando il collegamento tra Messina Denaro e i palermitani che voleva incontrare. Tuttavia, questo collegamento, Leo Sutera, fu improvvisamente interrotto dal Procuratore Messineo, senza una spiegazione chiara ma con comportamenti ambigui”.

“Nonostante Messineo fosse criticabile, il Csm non lo trasferì perché riteneva che avesse il potere di scegliere tra l’arresto di Sutera, capo di una gang agrigentina, e quello di Messina Denaro. Questa situazione ha demotivato la Polizia giudiziaria, causando grande dolore a me e ai miei collaboratori del Ros. In altre occasioni, l’arresto di Messina Denaro era stato ostacolato da talpe, carabinieri e rappresentanti dello Stato”.

“Denaro ha usufruito di una rete di aiuti che lo ha protetto fino all’ultimo momento – continua Principato – Se non fosse stato per la sua grave malattia, difficilmente sarebbe stato arrestato. Abbiamo fatto numerosi identikit e poi lo troviamo a fare selfie con infermieri e donne: questa è stata la sua vera ‘malattia’”.