Attualità
Liti banali, armi facili
La polizia di stato di Siracusa ritira in via precauzionale le armi a due cacciatori che in due distinti episodi hanno litigato con due vicini di casa
Due episodi distinti in un solo giorno: due cacciatori che potrebbero trasformarsi in potenziali minacce per un futile diverbio.
La cronaca recente di Siracusa, con la Polizia di Stato che ha ritirato le armi a due cittadini per liti banali, fa emergere lo spaccato di una società in cui l’uso della forza e in particolare delle armi, sembra essere diventato il primo, e talvolta unico, strumento per risolvere i conflitti. Non si tratta più solo di criminalità, ma di un disagio sociale diffuso che trasforma persone insospettabili in pericoli pubblici e la prevenzione si rivela l’unica risposta possibile.
Non è un caso isolato. Le pagine di cronaca sono piene di storie di liti condominiali che sfociano in tragedie, di discussioni in strada che si concludono con sparatorie, di questioni familiari che si risolvono con la violenza armata. La facilità con cui le armi, anche se detenute legalmente, vengono estratte e brandite dimostra una preoccupante perdita di controllo ed un’arma diventa un mezzo per imporre la propria ragione e per sfogare un’aggressività repressa.
Gli episodi di Siracusa sono, in questo senso, emblematici. Un cacciatore che minaccia di sparare al cane del vicino e punta il fucile contro di lui, e un altro che, in una lite con un parente, si vede ritirare l’arma per motivi precauzionali. La tempestiva e saggia decisione della Polizia di Stato di agire in via precauzionale, ritirando licenze e armi, va salutata come un esempio di come la prevenzione debba essere la parola d’ordine.
Non si può aspettare che la tragedia si compia. Ogni lite, ogni minaccia, ogni segnale di squilibrio, se associato alla disponibilità di un’arma, deve far scattare un allarme rosso perchè un’arma, da strumento per la caccia o lo sport, potrebbe trasformarsi nell’estensione di una rabbia che, in una società sempre più fragile, sembra pronta a esplodere al minimo pretesto.