Catania

Lombardo commenta le motivazioni della Cassazione

L'ex presidente assolto da ogni accusa di rapporti con la mafia

di Emiliano Di Rosa -

“La Cassazione ha scritto la parola fine ad una vicenda giudiziaria che ha cambiato la mia vita e la storia della Sicilia. Con rigore esegetico la sentenza affronta gli snodi essenziali del processo escludendo in radice l’esistenza del patto. Hanno prevalso, come non ho mai smesso di credere, la verità e la giustizia». Con queste quattro righe l’ex presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, commenta le motivazioni della sentenza della sua assoluzione rese note ieri sera dalla Corte di Cassazione. Ogni parola dell’ex governatore è curata: l’aggettivo esegetico lo si intenda come chiarificatore, esplicativo, generato da un’interpretazione analitica che non lascia spazio a dubbi. Lo scorso marzo Lombardo venne assolto in via definitiva dalle accuse di concorso esterno e da quella di corruzione elettorale aggravata dall’avere favorito la mafia. I giudici della Sesta sezione penale della Cassazione dichiararono inammissibile il ricorso della Procura generale confermando la sentenza di appello. Ieri la Cassazione ha spiegato la propria sentenza anche con queste parole: “non è stata dimostrata la mera vicinanza alla mafia nè la semplice accettazione del sostegno elettorale dell’organizzazione criminosa”. L’assoluzione definitiva di Lombardo giunse dopo un lungo iter giudiziario, due sentenze contrastanti, un rinvio dalla Cassazione e un processo d’Appello Bis. Nel 2010 l’indagine della Procura di Catania per concorso esterno in associazione mafiosa. Nel 2012 le dimissioni dinanzi l’Assemblea regionale siciliana dalla carica di presidente. L’apice del consenso politico probabilmente Raffaele Lombardo lo raggiunse nel 2009 quando un sondaggio assegnava al leader dell’MpA quasi il 70% dei consensi dei siciliani, primo tra tutti i presidenti delle Regioni italiane.