Attualità
Manifestazione No Ponte, il popolo rilancia
Al centro della protesta la difesa dell’ambiente, la trasparenza delle procedure e il futuro dei territori dello Stretto
Lo Stretto si ribella. Da Messina a Villa San Giovanni, il mare che unisce le due terre torna a parlare con voce potente. No al Ponte, sì alla dignità dei territori. Dopo il parere negativo della Corte dei Conti, che ha messo in discussione la legittimità della procedura per la realizzazione dell’opera, la mobilitazione cresce e si allarga. “Quello che per anni è stato un sogno calato dall’alto diventa oggi, più che mai, il simbolo di una politica che non ascolta i cittadini, che ignora l’ambiente e che scambia il cemento per progresso.” Questa la linea del “Comitato Corteo 29 novembre”, rete che riunisce movimenti, associazioni, sindacati e forze politiche. Una piattaforma larga, determinata a fare della manifestazione di fine mese una giornata di riscatto popolare, una risposta collettiva al tentativo di imporre un’opera giudicata “inutile, dannosa e fuori dal tempo”. Il pronunciamento della Corte dei Conti è stato letto come una prima crepa nel muro istituzionale. Un riconoscimento ufficiale delle criticità che i No Ponte denunciano da anni. Ma la soddisfazione non basta. “È solo una pausa”, dicono i comitati, “e chi governa sta già tentando di forzare di nuovo la mano”. La reazione è immediata e trasversale. Pd, Movimento 5 Stelle, Europa Verde e la Cgil si schierano apertamente. C’è chi parla di “cecità politica”, chi di “arroganza istituzionale”, chi smonta la narrazione occupazionale spacciata come cura per il Sud. Per il sindacato, le promesse di lavoro sono “numeri gonfiati e temporanei”, un paravento dietro cui si nasconde una colossale operazione di speculazione.