Messina

Mazzarrà Sant’Andrea, operazione antimafia: tre misure cautelari – VIDEO

di Sergio Randazzo -

I Carabinieri della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto hanno eseguito tre misure cautelari, di cui due in carcere e una agli arresti domiciliari, su disposizione del GIP del Tribunale di Messina su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L’operazione, che si inserisce in un più ampio filone d’indagine sulla criminalità organizzata del comprensorio tirrenico messinese, coinvolge soggetti ritenuti vicini alla famiglia mafiosa barcellonese.

Uno degli arrestati sarebbe un esponente di spicco, già condannato in via definitiva, collegato al cosiddetto “gruppo dei Mazzarroti”. Le accuse ruotano attorno al reato di trasferimento fraudolento di valori aggravato dal metodo mafioso, con fatti risalenti al luglio 2023 e protrattisi fino al 2024.

Impresa intestata fittiziamente per ottenere appalti pubblici

Le indagini coordinate dalla DDA di Messina hanno fatto emergere un complesso sistema di interposizione fittizia di persone nella gestione di un’impresa operante nel settore del movimento terra. Secondo quanto ricostruito, l’impresa formalmente intestata a un incensurato sarebbe stata in realtà gestita da due fratelli, uno dei quali pregiudicato per mafia. Obiettivo: ottenere appalti dal Comune di Mazzarrà Sant’Andrea grazie a relazioni e condizionamenti degli uffici tecnici locali.

I due avrebbero esercitato un controllo totale sull’azienda: dalla gestione dei mezzi d’opera, alle trattative per l’acquisto di beni strumentali, fino alla ripartizione dei profitti – parte dei quali sarebbe finita su conti esteri, nel tentativo di eludere la tracciabilità dei flussi finanziari.

Coinvolti anche terreni, mezzi e impianti

Gli inquirenti hanno ricostruito il ruolo di un collaboratore di giustizia che avrebbe favorito l’impresa attraverso la definizione di pratiche amministrative pendenti, la facilitazione nell’acquisto di mezzi e il convincimento di altri proprietari terrieri a cedere suoli in favore della ditta.

Nel corso delle perquisizioni, i Carabinieri hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo del capitale sociale e dell’intero compendio aziendale di due società, inclusi un impianto di frantumazione inerti, due terreni e otto mezzi operativi per un valore complessivo stimato in oltre 500 mila euro.