Attualità
Messina, acqua e fogna, due piaghe messinesi
Problemi antichi e mai risolti
Interventi tampone, cantieri aperti in tutta la città, pozzi attivati in piena emergenza e un piano che nella visione di chi governa dovrebbe portare alla risoluzione definitiva del problema nel giro di qualche anno. Eppure nella Messina del 2025, è ancora normale restare giorni. E che la colpa sia del maltempo, della siccità, di interruzioni elettriche o delle tubazioni vecchie di trent’anni, il dato è che, nella città che ha dato i natali all’Europa unita, è ancora frequente vedere interi quartieri trasformarsi in zone di emergenza in cui a pagare le conseguenze sono sempre i cittadini. E l’emergenza si fa normalità. Le segnalazioni si moltiplicano. Da Giostra a Bordonaro, da Camaro a Gazzi, dal quartiere Lombardo alla zona nord, spesso la più penalizzata. Ogni quartiere ha la sua storia di disservizi, complice una rete idrica e fognaria obsoleta, una manutenzione spesso tardiva e un piano di ammodernamento che fatica a decollare.
E poi la dolente nota degli scarichi fognari, che spesso sversano in spiaggia e nei greti dei torrenti liquami maleodoranti. Da San Filippo, a Mili, a Galati, a via Santa Cecilia, alla Spiaggia del Ringo, alla foce del torrente Giostra, Annunziata e del vicino torrente San Licandro, è un continuo di segnalazioni. Il sospetto è che si tratti di scarichi abusivi, perché ad Amam non risultano problemi alle pompe di sollevamento del sistema fognario. Da qui l’inizio della caccia ai colpevoli, con un’attività mirata ad individuare tutti gli allacci non in regola e punire gli eventuali responsabili. Certo è che Messina non può più aspettare. Una città che vuole guardare al futuro deve prima di tutto prendersi cura di ciò che scorre – o non scorre – sotto i suoi piedi.