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Microcriminalità in centro, situazione fuori controllo?

Dopo gli ultimi episodi di microcriminalità nel centro storico di Ragusa, torna alla ribalta un problema che nonostante le soluzioni adottate, non si riesce ad arginare

di Chiara Scucces -

Qualche settimana fa l’inaugurazione del presidio dei vigili urbani in piazza San Giovanni a Ragusa, era sembrata una soluzione per la sicurezza del centro storico cittadino, ma invece continua ad apparire sempre più in balia di piccoli criminali e teatro di atti delinquenziali. Piccoli episodi che possono sembrare non particolarmente pericolosi, ma che contribuiscono a non far sentire al sicuro i cittadini. L’ultimo fatto denunciato il furto di monetine nei distributori di Palazzo Ina, proprio in Piazza San Giovanni; poi le chiese del centro storico che pare siano diventate il bersaglio di una banda di balordi. Gli abitanti del centro storico esprimono la necessità di interventi immediati da parte delle autorità competenti per contrastare questa ondata di criminalità e ripristinare un senso di sicurezza nelle strade. Incalzano le opposizioni di Palazzo dell’Aquila; interviene Mario Chiavola di Ragusa in movimento, secondo cui “la situazione deve essere monitorata con la massima attenzione. A nulla è valsa, finora – continua Chiavola – l’apertura del presidio di polizia locale in piazza San Giovanni. Anzi, paradossalmente, da quando è stato inaugurato si è registrata una escalation di episodi che fanno stare poco tranquilli tutti coloro che, per varie ragioni, orbitano da queste parti. Come muoversi? Quale soluzione trovare? Di certo, l’amministrazione comunale deve cercare di fare ulteriormente squadra con le forze di polizia nel tentativo di contenere l’irruenza e gli atteggiamenti da stigmatizzare di presenze indesiderate. A rincarare la dose Filippo Angelica di Italia Viva: “Quanto accaduto nelle ultime ore dimostra che il problema è, purtroppo, vivo e pressante. Sono indispensabili soluzioni adeguate. Si abbia l’umiltà di comprendere che esiste una grossa questione e che è necessario impegnarsi al massimo per cercare di risolverla. Magari un atteggiamento più collaborativo rispetto alle proposte che facciamo potrebbe risultare utile”.