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Minacce al Presidente Schifani: la Procura apre un’inchiesta

Nella missiva, secondo quanto si apprende, si fa riferimento ai due termovalorizzatori che la Giunta intende realizzare nell'Isola

di Sergio Randazzo -

Una lettera scritta a mano, recapitata nella sua abitazione, con un messaggio inquietante: “Brucerai nei tuoi bruciatori”. Così è cominciato il crescendo di minacce rivolte al Presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, oggi sotto tutela rafforzata dopo una serie di episodi che hanno destato forte preoccupazione.

A intercettare la missiva, alcune settimane fa, sono stati gli agenti della scorta, che hanno subito coinvolto la Digos di Palermo. Più di recente, telefonate anonime con voce camuffata sono arrivate direttamente alla segreteria di Palazzo d’Orléans: “Il crack è sofferenza alla tua famiglia Schifani”, è stato uno dei messaggi più gravi. Le minacce arrivano in un momento in cui il Governatore ha assunto posizioni nette su temi delicati. Da una parte la battaglia contro le droghe sintetiche, con l’approvazione della legge regionale anti-crack, che prevede oltre 23 milioni di euro per prevenzione, cura e reinserimento. Dall’altra, la spinta decisa verso la realizzazione di due termovalorizzatori a Palermo e Catania, per superare definitivamente l’emergenza rifiuti.

Su entrambi i fronti, Schifani ha parlato di “obiettivi epocali” e di “un cambio di passo necessario per la Sicilia”. Ora sulla sua sicurezza indaga la Procura di Palermo, guidata da Maurizio de Lucia. Le telefonate minatorie sono state registrate e si sta lavorando per risalire agli autori, mentre l’ipotesi principale è che l’intimidazione sia legata proprio all’avvio del progetto sui termovalorizzatori. Un segnale preoccupante, in un momento chiave per il futuro dell’Isola.