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Mozione in consiglio a Ragusa per a Gaza
In Consiglio comunale di Ragusa il PD presenta una mozione che ha come oggetto il cessate il fuoco a Gaza, il riconoscimento dello Stato di Palestina e il rispetto del diritto internazionale, chiedendo al civico consesso e all’amministrazione guidata dal sindaco Cassì di prendere posizione. Posizione, intanto, l'ha presa il governo Schifani, approvando ieri un ordine del giorno del M5S, che impegna l'esecutivo a condannare con fermezza la condotta genocida di Israele, a sostenere ogni iniziativa volta a chiedere un immediato cessate il fuoco a Gaza e, infine, interrompere tutti gli scambi commerciali e i progetti di cooperazione tra la Regione Siciliana e Israele, con le aziende, col mondo accademico e con i centri di ricerca israeliani.
Nei consigli comunali della provincia, si susseguono proposte e mozioni pro Gaza e per riconoscere lo Stato di Palestina; nei giorni scorsi il sindaco di Chiaramonte aveva iniziato lo sciopero della fame in segno di protesta, il sindaco di Vittoria aveva esposto uno striscione sui balconi di Palazzo Iacono. Diversi consiglieri chiedono espressamente che le amministrazione non rimangano in silenzio a quasi due anni dall’invasione della Striscia di Gaza e di migliaia di morti, soprattutto donne e bambini; proprio ieri, in occasione del consiglio comunale di Ragusa, il consigliere Peppe Calabrese aveva presentato una mozione in tal senso. Il consiglio è stato aggiornato prima che se ne potesse discutere, ma si tratta solo di un rinvio
Già l’ANPI aveva inviata una proposta di mozione ai dodici presidenti dei consigli comunali e ai sindaci; “non è una prerogativa dei consigli comunali occuparsi di politica internazionale ma, assumendo una posizione chiara e approvando la mozione, è possibile dare il segnale al governo italiano” – sostiene Gianni Battaglia, presidente provinciale dell’Anpi – “che può e deve esercitare pressioni verso l’omologo israeliano ad ogni livello”. Riconoscere lo Stato di Palestina alle Nazioni Unite sarebbe il primo atto formale necessario a garantire diritti e protezione alla popolazione palestinese e condannare i crimini di guerra commessi da Netanyahu.