Attualità
Niente risonanza, l’odissea sanitaria di Vincenzo
A Gela un operaio è costretto a rimandare un esame diagnostico urgente per un macchinario fuori uso. Una storia di ordinaria mancanza di una sanità che spesso costringe i cittadini a cercare cure altrove.
Una massa sospetta alla gamba, dolori sempre più forti e difficoltà a camminare normalmente. È cominciata così l’odissea sanitaria di Vincenzo, operaio gelese, che da settimane attende di poter effettuare una risonanza magnetica con contrasto ai tessuti molli. Un esame cruciale per capire l’origine del problema e intervenire tempestivamente.
Ma quando, ricetta alla mano, si è presentato al pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele” di Gela, la risposta è stata spiazzante: il macchinario per la risonanza sarebbe fuori uso.
Un colpo durissimo per chi, come lui, vive un dolore quotidiano e sempre più invalidante. Per far sentire la sua voce, Vincenzo ha deciso di protestare simbolicamente, appendendo un cartello alla cancellata dell’ospedale e inscenando un sit-in di pochi minuti.
Vincenzo è stato poi indirizzato prima verso una clinica privata, poi verso laboratori convenzionati. Ma nessuno, in città, sembra ad oggi essere in grado di effettuare l’esame richiesto.
Ora, l’unica possibilità concreta sembra essere un trasferimento fuori città. L’Asp potrebbe indirizzarlo verso l’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, dove però opererebbe un solo specialista in grado di effettuare quel tipo di risonanza. Anche lì, però, le liste d’attesa sono lunghe e i tempi per ottenere un referto lo sono ancora di più.
Una vicenda che solleva ancora una volta interrogativi sulle condizioni della sanità pubblica locale. Vincenzo, come tanti altri cittadini, si ritrova solo, in attesa non solo di un esame, ma di un diritto: quello alla salute.