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“Non una di meno”, l’onda fucsia arriva fino a Gela

Ieri sera la manifestazione portata in città dal nodo gelese di Non Una di Meno ha radunato un centinaio di persone in un freddo pomeriggio domenicale al Lungomare

di finmedia -

Doveva essere rumore, e rumore è stato. Non solo quello dei fischietti e degli slogan urlati al megafono, ma quello devastante dei nomi delle 107 vittime di femminicidio nel 2023, scanditi uno per uno. La manifestazione portata in città dal nodo gelese di Non Una di Meno ha radunato un centinaio di persone in un freddo pomeriggio domenicale al Lungomare, per liberare una sana rabbia che inevitabilmente sta iniziando a smuovere le coscienze.

Con alle spalle un tramonto che riprende le tonalità del fucsia degli striscioni, la rapper gelese Apnea ha aperto la manifestazione con “Non Una DI Meno”, la canzone che ha scritto in occasione della nascita del movimento gelese. Intorno a lei le ragazze del Cirs di Gela, con sul volto un make-up che richiama lividi e ferite, mentre dal fondo tutte le attiviste hanno invaso lo spiazzale del Lungomare Federico II con in mano una riproduzione de “Lo Stupro” di Renèe Magritte, un volto di donna trasformato in corpo “oggetto del Desiderio”. Niente simboli di partito o inutili intrusioni politiche, solo gente incuriosita e partecipe. Gli obiettivi della lotta sono chiari, la destrutturazione della cultura patriarcale e la lotta alla violenza di genere.

La piazza si scioglie quando è già buio, rumorosa, colorata ma non allegra. La scossa di energia e partecipazione è arrivata, ma adesso deve diventare messaggio per chi, tra le Istituzioni, finora ha sempre guardato dall’altra parte.