Attualità

Nuova crisi idrica in mezza provincia di Trapani

La rabbia dei Sindaci

di francesco appari -

Ancora una volta il Belìce si ritrova a fare i conti con una crisi idrica gravissima. I turni di erogazione dell’acqua superano ormai le due settimane in diversi comuni, con serbatoi comunali a secco, disservizi continui e una gestione che appare sempre più caotica.

Dopo l’incontro di lunedì con la Protezione civile regionale, oggi – mercoledì 9 luglio – i sindaci torneranno a riunirsi in Prefettura, a Trapani, per chiedere interventi urgenti e coordinati.

La cabina di regia: «Serve un cambio di passo»

Nel vertice di lunedì a Trapani, presieduto dal direttore della Protezione civile regionale Salvo Cocina, erano presenti anche l’assessore all’Energia Roberto Colianni, il prefetto Daniela Lupo, i rappresentanti dell’Autorità di Bacino, ATI Trapani, Siciliacque, i consorzi di bonifica e diversi sindaci del territorio.

Il presidente di ATI Trapani, Francesco Gruppuso, ha chiesto con forza a Siciliacque il rispetto dei quantitativi stabiliti dall’Ente di Governo d’Ambito, denunciando che «senza la distribuzione pattuita, il sistema non regge». Ha chiesto inoltre un miglioramento della comunicazione verso i sindaci, spesso lasciati senza aggiornamenti sui guasti.

Altro punto fondamentale: preservare l’acqua dell’invaso Garcia per uso umano, limitando quello agricolo e zootecnico.

I fondi fermi e i progetti bloccati

Dal confronto è emerso anche che numerosi progetti già approvati – tra cui i pozzi di Campobello di Mazara, Vita e Castelvetrano, e il denitrificatore di Petrosino – sono ancora in attesa di decreto. Gruppuso ha chiesto all’ARS e ai deputati trapanesi di sbloccare i fondi per la Protezione civile e per questi interventi prioritari.

Siciliacque, da parte sua, ha assicurato che nei prossimi giorni saranno attivati nuovi pozzi e che entro settembre entrerà in funzione anche il dissalatore di Trapani.

Nel frattempo, l’invito a cittadini e turisti è di evitare sprechi: «L’acqua non è infinita, servono comportamenti responsabili da parte di tutti».

Il grido d’allarme dei sindaci: «Emergenza anche sanitaria»

Nei giorni scorsi, sette sindaci del Belìce – Partanna, Santa Ninfa, Salemi, Salaparuta, Gibellina, Poggioreale e Vita – hanno diffuso una nota congiunta durissima, denunciando una situazione ormai ingestibile.

«I turni superano i 15 giorni, ci sostituiamo a enti inesistenti, ripariamo le reti con i fondi comunali e spesso non sappiamo nemmeno perché non arriva l’acqua», scrivono i primi cittadini.

Il quadro è reso ancora più critico dalla totale incertezza gestionale: l’EAS è in liquidazione, Siciliacque non ha rapporti contrattuali con i Comuni, Invitalia – incaricata dal Governo – non è ancora operativa. In mezzo, i cittadini e le amministrazioni locali, lasciati soli a fronteggiare l’emergenza.

«Vogliamo che la Regione Siciliana intervenga. Non possiamo più aspettare», è l’appello finale contenuto nella nota. Nei prossimi giorni sarà convocata anche l’assemblea dei sindaci dell’ATI Trapani per decidere le prossime mosse.