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‘Nuova rete ospedaliera: punta a equità e prossimità’

La giunta regionale di Governo approva il piano che ridisegna la mappa della salute in Sicilia. Letti riattivati, nuove specializzazioni e un forte focus sui servizi territoriali per rispondere alle emergenze e ridurre le distanze dai cittadini

di Pinella Rendo -

Un piano ambizioso per una sanità più “sana” e accessibile: la Sicilia mette in moto la sua rivoluzione sanitaria con l’approvazione, da parte del governo regionale, della nuova Rete ospedaliera. Il documento, che ora affronterà l’esame dell’Ars prima di arrivare al Ministero, promette di non essere un semplice riordino numerico, ma un vero e proprio cambio di paradigma, basato su prossimità, efficienza e attenzione alle emergenze. Al centro della strategia, l’idea di trasformare gli ospedali periferici da centri a rischio a fulcro della medicina di prossimità.

Chiamati ora “Ospedali di rete integrata”, queste strutture garantiranno servizi specialistici come oncologia, cardiologia e neurochirurgia direttamente sul territorio, evitando ai pazienti i lunghi e faticosi spostamenti verso i grandi centri urbani. L’obiettivo, come sottolineato dal presidente della Regione Schifani, è quello di garantire un diritto fondamentale come la salute a tutti i siciliani, ovunque essi vivano. L’assessore alla Salute Daniela Faraoni ha specificato come il piano sia il risultato di un lungo lavoro di condivisione, che ha tenuto conto delle nuove esigenze demografiche e dei parametri ministeriali. Il dato più rilevante è la riattivazione di ben 308 posti letto che erano previsti ma non utilizzati, un passo concreto per aumentare l’offerta sanitaria.

A questi si aggiungono 207 posti in più per l’oncologia, 47 per la neurochirurgia e altri per reparti chiave come ortopedia e neurologia. La prevista riduzione di 367 posti letto riguarda solo quelli già inattivi o sottoutilizzati, senza impattare sui servizi esistenti. Un capitolo cruciale della nuova rete è dedicato alle emergenze. L’ospedale di Siracusa viene elevato a Dea di II livello e quello di Patti a Dea di I livello, rafforzando la risposta del sistema in situazioni critiche.

Particolare attenzione viene riservata alle “reti tempo-dipendenti” (quelle per ictus, infarto e traumi), che vedranno nuovi punti di intervento per garantire cure salvavita nei tempi giusti. Infine, la rivoluzione non si ferma alle mura degli ospedali.

La nuova rete integra i servizi territoriali, con case di comunità, centrali operative e ospedali di comunità che lavoreranno in sinergia con i presidi ospedalieri, creando un percorso di cura continuativo e personalizzato per ogni paziente, dal ricovero al rientro a casa. Un sistema che, si spera, possa essere la chiave per una sanità siciliana finalmente più vicina ai suoi cittadini.