Palermo
Omicidio Agostino, la Cassazione annulla la condanna di Madonia: “Sentenza illogica”
I giudici romani hanno evidenziato una “erronea applicazione delle regole processuali”
La Corte di Cassazione ha annullato la condanna all’ergastolo inflitta in appello al boss Antonino Madonia per l’omicidio dell’agente di polizia Nino Agostino e della moglie Ida Castelluccio, uccisi il 5 agosto 1989 a Villagrazia di Carini. I supremi giudici hanno definito la sentenza “manifestamente illogica e contraddittoria”, evidenziando lacune nella valutazione delle prove e nella ricostruzione della responsabilità dell’imputato.
Le motivazioni della Cassazione
La Cassazione ha rilevato che la Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha ammesso l’assenza di elementi diretti a carico di Madonia nelle dichiarazioni dei pentiti, pur traendo comunque una condanna dall’analisi del contesto mafioso. Inoltre, i giudici romani hanno evidenziato una “erronea applicazione delle regole processuali”, annullando il verdetto e rinviando il caso a una nuova sezione della Corte d’Appello. Per l’omicidio di Ida Castelluccio, invece, la Cassazione ha annullato la condanna senza rinvio per prescrizione, ritenendo che la volontarietà del delitto non fosse dimostrata.
Un caso irrisolto da 32 anni
L’omicidio di Agostino è rimasto impunito per oltre tre decenni, tra depistaggi e insabbiamenti. L’agente, formalmente assegnato alle Volanti, era coinvolto in attività riservate con i servizi segreti, indagando sulla latitanza dei boss mafiosi. La sua morte è stata collegata alla sua volontà di uscire da una struttura parallela di intelligence, i cui rapporti con Cosa Nostra restano un capitolo oscuro della storia italiana. Nel corso dell’inchiesta, avviata nuovamente dopo anni di stallo, è emersa anche la figura di Francesco Paolo Rizzuto, amico di Agostino, che secondo gli inquirenti avrebbe fornito versioni discordanti sul giorno del delitto. Per lui, accusato di favoreggiamento, è stata dichiarata la prescrizione.
Le parole di Vincenzo Agostino
Per anni il padre della vittima, Vincenzo Agostino, recentemente scomparso, ha combattuto per ottenere verità e giustizia, denunciando pubblicamente i depistaggi che hanno ostacolato l’individuazione dei mandanti e degli esecutori. La sua battaglia ha rappresentato un simbolo di resistenza contro l’omertà e le connivenze tra Stato e mafia.