Catania

Omicidio pasticcere, indagato non fornisce movente

Non emerge ancora un movente chiaro sull’omicidio avvenuto nel primo pomeriggio di ieri sul lungomare di Catania. Il posteggiatore abusivo, accusato dell’omicidio di un dipendente di una pasticceria di piazza Mancini Battaglia, in sede di interrogatorio ha solo proferito frasi sconnesse e senza senso. Le fasi dell’omicidio sono state riprese dalle telecamere di videosorveglianza della zona.

di Bruno Capanna -

Dolore e sgomento a Catania per l’omicidio del dipendente della pasticceria Quaranta di piazza Mancini Battaglia per mano di un posteggiatore abusivo.  Non è ancora chiaro cosa ha spinto il 37enne John Obama, originario dello Zimbabwe, senza permesso di soggiorno a colpire a coltellate Santo Salvatore Giambattista Re di 30, padre di una bambina di 4 mesi, che aveva appena finito il turno di lavoro in pasticceria e stava tornando a casa.

L’assassino, che è stato fermato dopo un tentativo di fuga, ha fornito una ricostruzione farneticante di quanto accaduto. La Procura di Catania ha disposto l’arresto per omicidio volontario aggravato e nelle prossime ore depositerà gli atti nella segreteria del gip per la convalida del provvedimento. L’autopsia verrà eseguita dal professore Cristoforo Pomara. Intanto si apprendono ulteriori dettagli di quanto accaduto ieri pomeriggio.

La segnalazione di un giovane accoltellato riverso a terra in una pozza di sangue all’interno dell’esercizio commerciale è arrivata intorno alle 15. I poliziotti, una volta giunti sul posto, hanno capito subito chi fosse il parcheggiatore, più volte sanzionato per la sua attività abusiva e, in due occasioni, arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Il 37enne veniva rintracciato in viale Alcide De Gasperi all’incrocio con via del Rotolo, mentre si allontanava correndo. Aveva i vestiti e le mani sporchi di sangue.

A quel punto è scattato il fermo ed il trasferimento in Questura dove, come detto, ha proferito frasi sconnesse e senza senso. Un carabiniere, libero dal servizio, che aveva notato le ultime fasi dell’aggressione, ha rinvenuto e consegnato ai poliziotti l’arma del delitto, un coltello da cucina di grosse dimensioni, sporco di sangue.

Contestualmente è iniziata l’analisi delle telecamere di videosorveglianza della zona che ha permesso di ricostruire le fasi dell’omicidio. Tutto è accaduto nella discesa che porta al porticciolo di Ognina dove la vittima aveva parcheggiato l’auto. A metà della rampa, l’arrivo del 37enne che dopo pochi secondi ha iniziato a colpirlo con il coltello.  

Re ha provato a difendersi e nonostante le gravi ferite è fuggito verso la pasticceria per chiedere aiuto mentre il parcheggiatore è andato verso via Messina. I colleghi di lavoro hanno riferito che la vittima conosceva bene l’indagato, al quale spesso tutti loro offrivano da mangiare