Catania

Operazione contro lo streaming illegale, 8 arresti

Associazione a delinquere finalizzata alla diffusione illecita di palinsesti televisivi ad accesso condizionato alle pay-tv.

di Sergio Randazzo -

Un colpo durissimo al mercato dello streaming illegale in Italia. La Polizia Postale, su disposizione della Procura di Catania, ha eseguito otto arresti domiciliari nell’ambito di un’inchiesta su un’associazione a delinquere accusata di diffondere illecitamente palinsesti televisivi a pagamento. Secondo gli investigatori, gli arrestati avrebbero gestito un vero e proprio impero dello streaming pirata, capace di generare profitti per circa 10 milioni di euro. Per l’industria audiovisiva, invece, i danni stimati sarebbero di oltre 30 milioni di euro al mese. L’operazione ha permesso di smantellare circa il 70% dello streaming illegale nazionale, con più di 900.000 utenti coinvolti. Gli indagati risiedono tra Catania, Siracusa, Roma, Brescia e anche all’estero. Le indagini hanno svelato un’organizzazione strutturata come una vera azienda criminale, con ruoli precisi: capo, vice capo, master, admin, tecnico e reseller. I server utilizzati erano noleggiati presso società di hosting estere.

A finire nel mirino dell’associazione pirata sono state le principali piattaforme di intrattenimento: Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime e Netflix. Attraverso sistemi di IPTV illegali, il gruppo stabiliva prezzi, sospensioni dei servizi e modalità di distribuzione dei dispositivi, coordinando la rete di rivenditori in tutta Italia.

Per ostacolare le indagini, gli indagati avrebbero utilizzato applicazioni di messaggistica crittografata, documenti falsi e identità fittizie, impiegate per intestare carte di credito, abbonamenti e utenze telefoniche. Ai reseller veniva imposto un rigido regolamento interno per limitare i rischi di infiltrazione da parte degli investigatori.