Caltanissetta
Operazione “White Sheep”, smantellata una filiera di spaccio
Cinque le misure cautelari, undici gli indagati, uno ancora latitante
A Gela la parola d’ordine era “pecora”. Un linguaggio in codice che, a sentirlo, poteva far pensare a un affare di allevatori. Invece indicava cocaina, crack, marijuana: la materia prima di un mercato che negli ultimi anni ha attecchito sempre di più nei quartieri della città.
L’operazione White Sheep, avviata dai Carabinieri del Reparto Territoriale e dallo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia, ha permesso di ricostruire l’intera filiera dello spaccio: 242 episodi documentati, quasi trecento cessioni reali, una rete capace di muoversi con cura, prudenza e un linguaggio criptato fatto di nomi in codice, messaggi brevi e appuntamenti fissati via chat per sfuggire ai controlli.
Il procuratore capo Salvatore Vella sottolinea come “la droga fosse acquistata da persone di ogni ceto sociale”. E rivela un dato che racconta il lato più buio dell’inchiesta: una professionista, per acquistare cocaina, arrivò a prostituirsi. Un dettaglio che restituisce la dimensione profonda della dipendenza e la capacità del mercato criminale di infiltrarsi ovunque.
Al vertice del gruppo, secondo gli inquirenti, ci sarebbe Emanuele Curvà, affiancato dal padre Crocifisso Curvà. Entrambi allevatori, entrambi già arrestati a settembre per detenzione di armi. Attorno a loro, una rete composta da undici persone: cinque raggiunte da misure cautelari, tra carcere, domiciliari e obbligo di dimora. Uno dei coinvolti risulta ancora latitante.
Le piazze dello spaccio erano soprattutto due: Scavone e Baracche, quartieri popolari dove il mercato si muoveva a tutte le ore del giorno. Le cessioni avvenivano anche tramite veri e propri rider in motorino, incaricati di consegnare la droga a domicilio. E tra i clienti, confermano gli investigatori, figuravano diversi minori.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Luigi Lo Valvo, sono partite da un episodio apparentemente distante dal mondo dello spaccio: una rapina del 2022 ai danni di un’attività commerciale. Da lì, passo dopo passo, i Carabinieri hanno seguito piste, movimenti, pedinamenti, raccolto immagini e audio, tracciato scambi e comprato droga sotto copertura. Una ricostruzione minuziosa che ha convinto il Gip, portando alle misure cautelari eseguite oggi.
Quella di “White Sheep” non è un’operazione isolata: negli ultimi anni gli interventi delle forze dell’ordine a Gela sono stati numerosi, segno di una domanda di droga stabile e diffusa, capace di rigenerarsi e riorganizzarsi rapidamente.
Ma l’inchiesta mette in luce un elemento ulteriore: la droga non è più confinata ai margini della città. Entra nelle case, nei luoghi di lavoro, nelle routine quotidiane. E crea un mercato parallelo che coinvolge adulti e adolescenti, professionisti e precari, famiglie fragili e famiglie insospettabili.