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Parla il fratello di una vittima: “Non credo nello Stato”

Gli arcivescovi di Monreale e Palermo in una lettera aperta chiedono che questa violenza e questo dolore non vengano dimenticati

di valentina di rosa -

A Monreale oggi è il giorno del dolore ma anche della rabbia che attanaglia soprattutto i parenti delle tre giovani vittime per le quali sono oggi stati celebrati i funerali al Duomo. Non servono “capri espiatori” per uscire dalla spirale di violenza della quale è simbolo la strage di Monreale. “In questo periodo, in cui la Chiesa celebra la Pasqua – scrivono in una lettera aperta gli arcivescovi di Monreale e di Palermo monsignor Gualtiero Isacchi e monsignor Corrado Lorefice – è nostro primo, irrinunciabile dovere quello di star vicini alle famiglie degli uccisi, dei feriti, per dare il massimo di consolazione e di sostegno concreto. Dobbiamo essere vicini anche agli smarriti, ai giovani assassini, perché’ nella consapevolezza dell’atroce follia che hanno commesso ricomincino a rinascere come umani”

Stamattina, al termine delle funzioni religiose a parlare, è il fratello di una delle tre vittime, Massimo Pirozzo, che ha chiesto alle istituzioni seri provvedimenti per dei fatti che non hanno nulla di normale. “Non abbiamo sentito – ha detto – la vicinanza di chi ci comanda dall’alto. Come se questo fosse normale. Sulla giustizia, non ho fiducia nello Stato e non so come andremo avanti”.

A parlare al termine dell’omelia anche la cognata di Andrea Miceli, anche lei si è rivolta alle istituzioni: “Non è possibile – ha dichiarato – che non vi fosse una sola pattuglia quella notte in strada”.

Colpisce e non poco, imponendo serie riflessioni, la frase di uno striscione appeso ad un al balcone vicino al Duomo: “Basta con Gomorra e Mare Fuori, Qui si muore davvero”. Un dato di fatto questo della morte per fatti di cronaca e in circostanze che interrogano e chiamano in causa istituzioni e varie figure professionali, al di là di ogni cittadino.

Al senso di solitudine e di abbandono delle istituzioni denunciate dai familiari delle vittime, si contrappongono le parole del Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla: “oggi simbolicamente tutta la città di Palermo ha abbracciato le famiglie delle giovanissime vittime innocenti di una assurda follia, di una sottocultura che mai dobbiamo smettere di contrastare. Ciò che abbiamo visto ha devastato i cuori di ognuno di noi e la speranza è che mai più tale lutto ci raggiunga così da vicino”.

Anche il Sindaco di Monreale, Alberto Arcidiacono, interviene nel giorno delle esequie. “Vanno via sempre i migliori. – ha dichiarato – Forse erano angeli e saranno loro a indicarci la strada per superare questo momento. Monreale non è in ginocchio per paura, ma per commemorare questi ragazzi e il coraggio che hanno avuto. Grazie a loro avremo nuovamente la possibilità di tornare a respirare la libertà”.