Attualità

‘Passepartout’ per accompagnare i bamabini a scuola

Un “passepartout” per portare a scuola i bambini della “Fascia trasformata”. Già sessanta nuclei familiari coinvolti nei progetti di integrazione del Ciss

di piero messina per sicilia on demand -

Nelle serre del ragusano più di 28mila lavoratori vivono in gravi condizioni di precarietà. Tra questi anche i figli dei braccianti, spesso costretti a lavorare già a 10 anni.  A molti di loro vengono negati i diritti essenziali, anche quello allo studio. Adesso c’è un passpartourt per cambiare questa situazione. Perché si chiama così il progetto del CISS per dare servizi alla gente, quasi la metà migranti, che lavorano in quella zona chiamata la Fascia Trasformata. Sono già sessanta le famiglie che si appoggiano allo Spazio Passpartout ed usufruiscono dei servizi

Per Flora  Lunetta (Ciss-Passpartout) Ad Acate dal 2022 è attivo questo spazio che si chiama spazio passepartout, è uno spazio aperto a tutta la comunità, quindi non solo per i bambini, anche alle famiglie, agli adulti. Ed è uno spazio che abbiamo pensato di mettere su proprio per garantire e offrire a questi minori ma in generale all’intera comunità opportunità che in questo territorio non ci sono.  Quel che facciamo è offrire opportunità culturali e di socializzazione all’interno appunto di questo di questo luogo è fondamentale la collaborazione con la scuola e con i Comuni”

Il meccanismo del progetto lo spiega Pasqua De Candia: “Nel nostro lavoro quello che abbiamo cercato di fare di tutelare i più piccoli i bambini. Il nostro lavoro è andato proprio nella direzione di fare emergere una fascia di tante di tanti minori che sono completamente invisibili. Farli emergere per noi significa riuscire a portarli a scuola, riuscire con un mezzo di trasporto nostro, a portarli a scuola, dedicare del tempo, dello spazio anche fisico per le attività sia di doposcuola e quindi di apprendimento, supporto e potenziamento all’apprendimento, anche in termini ricreativi e ludici”.  

Nessuno pensa di fermare il mondo della produzione agricola. Perché dalla “fascia” arrivano alcune delle eccellenze dell’agroalimentare siciliano.   Di sicuro è una situazione che dovrebbe ottenere maggiori attenzione da parte delle istituzioni. Anche i produttori agricoli, quasi tutti piccoli proprietari terrieri, sono in difficoltà. Il vero dominus del settore è la Grande Distribuzione organizzata, che determina le tariffe, impoverendo gli agricoltori e creando così le premesse per una catena di sfruttamento.

Per De Candia ”anche gli operatori agricoli proprietari agricoli o i concessionari del mercato di vittoria c’hanno sempre sottolineato ed è evidente che uno dei problemi è anche la grande distribuzione quindi quello che. Perché il costo di tutta la filiera determina poi a catena una forma di sfruttamento, perché lo possiamo definire così”.

Resta fondamentale il rapporto con le istituzioni. I comuni del territorio spesso non hanno risorse e mezzi per offrire spostamenti ai lavoratori e ai loro figli. “Il rapporto con l’amministrazione pubblica è costruttivo,  il nostro modo di lavorare non è soltanto quello di contrastare determinate cose ma di costruire anche delle proposte e di costruire dei percorsi di di cambiamento e trasformazione”, conclude De Candia.