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Pasta siciliana, un marchio DOP per salvare la filiera

Il paradosso siciliano: produciamo grano e abbiamo il record di consumo ma i pastifici stanno scomparendo

di piero messina per sicilia on demand -

E’ Spaghetti mania. A livello mondiale i consumi di pasta nell’ultimo decennio sono quasi raddoppiati. Gli italiani, ovviamente, guidano la classifica dei consumi con un consumo di 23 chili e mezzo a testa per anno.  Ma il record dei record è tutto siciliano: ogni siciliano consuma in media 40 chili l’anno di questo meraviglioso prodotto della tradizione.

Ma non tutto va bene. La Sicilia è leader nella produzione di grano, ma a fronte di una crescita dei consumi sono scomparsi i marchi di produzione locale.

“Dal 1980 ad oggi siamo passati da centinaia di aziende produttrici a solo 4. Questo dipende dal fatto che il nostro sistema di imprese non riesce a competere con le grandi marche nazionali e internazionali che hanno sempre la meglio sugli scaffali”, spiega Dino Messina, ricercatore ed agronomo del Consorzio Gian Pietro Ballatore, il braccio operativo della Regione siciliana per il settore cerealicolo.

La filiera della produzione va quindi rafforzata e per rilanciare la produzione siciliana il Consorzio Ballatore, oltre alla sua canonica attività di centro di ricerca, ha messo in piedi una serie di azioni operative: “Già da qualche abbiamo messo a punto il disciplinare Qualità sicura, già riconosciuto a livello comunitario. Adesso puntiamo ad ottenere il marchio Dop per la pasta siciliana. L’iter è già stato avviato a livello ministeriale”, conclude Messina.

Sarà fondamentale dunque ottenere e sostenere il marchio di qualità regionale per la pasta prodotto in Sicilia,  un prodotto sicuro e coltivato – va ricordato – senza uso del pericolosissimo glifosato.