Attualità
Ponte ‘Aziende Riunite’, scoppia la polemica
La consortile “Aziende riunite Ponte” divide Messina. Per alcuni è un’opportunità storica per imprese e territorio, per altri un rischio di monopolio e di spartizione dei benefici. Sullo sfondo restano i timori ambientali e sociali legati al Ponte sullo Stretto
La nascita della consortile “Aziende riunite Ponte” divide Messina. Da un lato viene presentata come una grande occasione per il territorio. Un soggetto capace di dialogare con la società “Stretto di Messina” riunendo realtà che insieme sviluppano oltre 170 milioni di fatturato e danno lavoro a più di 2.500 persone. Un fronte compatto di imprese che punta a intercettare le commesse legate non solo al Ponte ma anche alle opere accessorie, dalla logistica alle costruzioni, dai servizi navali all’ospitalità. Dall’altro lato crescono le polemiche.
Molti operatori temono che la consortile si traduca in una concentrazione di vantaggi nelle mani di pochi grandi gruppi locali, lasciando ai margini il tessuto produttivo diffuso. I soggetti produttivi del territorio temono un “monopolio” che concentri nelle mani di pochi i benefici del Ponte. Sul fronte opposto, i movimenti No Ponte parlano apertamente di logiche di spartizione e di un modello che rischia di generare diseguaglianze, a fronte di costi ambientali e sociali destinati a ricadere sull’intera comunità.
Il fronte contrario dunque non arretra, anzi promette battaglia nonostante il pugno duro annunciato dal governo con il decreto sicurezza. “Il racconto del Ponte come volano di sviluppo – secondo i contrari alla mega opera– è un’illusione cucita addosso a pochi, mentre i costi sociali e ambientali ricadono su tutti”.