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Presentata all’Ars la mozione di sfiducia al governo Schifani
Opposizione unite contro il governo ma i numeri non gli danno ragione
Adesso la mozione per sfiduciare il governo Schifani esiste per davvero e porta in copertina la firma dei leader del tavolino a tre gambe dell’opposizione Michele Catanzaro peri Dem, Antonio De Luca per i Cinque stelle e Ismaele LA Vardera per Controcorrente.
Il primo passo è compiuto, in attesa che la mozione venga calendarizzata e discussa in aula. A bocce ferme, ovviamente, la mozione non ha alcuna speranza di essere approvata: la pattuglia degli oppositori si ferma a 23 voti, mentre la maggioranza dispone di 44 parlamentari. E poi ci sono i tre eletti nelle file del partito di Cateno De Luca.
Far cadere Schifani è anche più di una strada in salita.
Secondo il capogruppo del Pd, Michele Catanzao: “Oggi le opposizioni unite fanno un altro importante passo in avanti, con la mozione di sfiducia vogliamo dire basta ad un governo che fa parlare di sé solo per indagini giudiziarie e fallimenti politici. Sappiamo che è una strada in salita perché i numeri non sono dalla nostra parte, ma il presidente Schifani adesso non potrà più fuggire e dovrà finalmente presentarsi in aula per assumersi le sue responsabilità. Il percorso delle opposizioni va avanti nel segno dell’unità, per la prima volta abbiamo anche presentato un pacchetto di emendamenti comuni alla finanziaria”.
Sullo sfondo – ovviamente – la questione morale, con le indagini sulla sanità e le rogne a carico di assessori e deputati regionali chiamati in ballo a vario titolo per inchieste giudiziarie. E di fatti, per i Cinquestelle, questa mozione ha un valore da chiamata alle armi, oltre le sfere del parlamento. Per il capogruppo Antonio De Luca, “Questa non è solo mozione di sfiducia delle opposizioni a Schifani, questa è la mozione di sfiducia di tutti i siciliani onesti che sono stanchi di vedere la Sicilia governata in maniera opaca o addirittura contro legge; è la mozione di sfiducia di chi non può più vedere i propri figli andare via dalla Sicilia in cerca di lavoro, di chi è stanco di andare lontano da casa per curarsi, di chi non tollera vedere utilizzate le risorse pubbliche per interessi privati o dei partiti; è la mozione di sfiducia per mandare a casa Schifani e garantire un futuro migliore alla Sicilia. In un documento di poche pagine abbiamo sintetizzato le inefficienze e gli scivoloni più eclatanti del governo, se avessimo dovuto metterli tutti avremmo dovuto preparare un testo di 100 pagine”. C’è chi spera che un sussulto d’orgoglio possa far tracimare anche esponenti della maggioranza a sostegno della mozione. Così almeno, spera Ismaele La Vardera, l’unico che conta di rosicchiare voti è Ismaele La Vardera: “I siciliani capiranno chi sta dalla loro parte e chi invece va contro di loro, e lo capiranno leggendo le firme sulla mozione che deve essere discussa prima della finanziaria. Schifani sarà costretto adesso a venire in aula, e la smetta di prenderci in giro regalandoci il ‘codice parlamentare’ e dicendo implicitamente di imparare le regole. Noi risponderemo portandogli la Costituzione. Facciamo un appello ai deputati della maggioranza, che abbiano il coraggio di firmare la mozione e scrivere la storia, staccando la spina a un governo pieno di indagati e rinviati a giudizio”.
La mossa delle opposizioni è confermata. Prima la mozione di sfiducia, sia pure con la coscienza di non avere i numeri, poi (o anche durante) manifestazioni di piazza a supporto. Il tutto per logorare il governo e la maggioranza.