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Pronto soccorso in provincia di Trapani. “Pochi medici, ma il sistema regge”

Nessuno vuole più fare il medico d’urgenza. Nei Pronto Soccorso della provincia di Trapani mancano specialisti. Ma nonostante tutto per l'Asp il sistema tiene, e i livelli di assistenza restano sopra la media regionale

di francesco appari -

Nessuno vuole più fare il medico al pronto soccorso. Una figura che un tempo era centrale, oggi è poco attrattiva, poco pagata, sempre più sola. E così anche in provincia di Trapani i pronto soccorso fanno i conti con una grave carenza di personale.

Mancano i medici, i concorsi vanno quasi deserti, e a reggere l’urto restano in pochi.

Il nodo principale è il reclutamento, con i bandi per assumere nuovi medici che non riescono a soddisfare le esigenze, come spiega il direttore sanitario dell’Asp di Trapani, Danilo Greco.

“Garantiamo tutti i livelli essenziali di assistenza e copriamo i turni in ogni presidio — spiega Greco — ma la difficoltà principale resta il reclutamento dei medici di emergenza. Su 50 posti banditi a tempo indeterminato, solo 11 sono stati coperti, di cui uno specialista. È un dato che dice molto sulla crisi di vocazione in questa branca della medicina”.

Secondo il direttore sanitario, “la medicina d’urgenza oggi è poco appetibile, anche per ragioni economiche”. “L’ultimo contratto nazionale — aggiunge — riconosce cifre irrisorie: circa dodici euro per dodici ore di servizio, un euro all’ora. È chiaro che servono misure nazionali e regionali per rendere attrattiva questa professione”.

Nonostante le difficoltà, l’Asp di Trapani — sottolinea Greco — sta tenendo “un livello di efficienza sopra la media regionale”. “L’86% dei pazienti viene dimesso entro otto ore, contro una media regionale del 77%. Anche i dati sul sovraffollamento sono sotto la soglia critica: restiamo tra l’1,9 e il 2,2%”.Molti accessi restano però inappropriati, con cittadini che si rivolgono al pronto soccorso per problemi non urgenti.

“Su 112 mila accessi, il 58% è codice verde e solo il 5% bianco. La popolazione sta imparando, ma una parte degli accessi potrebbe essere gestita dal territorio, dalla guardia medica o dalle case della comunità. Quando il territorio funziona, l’ospedale respira”.

Il direttore sanitario annuncia anche nuovi strumenti per migliorare la comunicazione con i pazienti e i familiari, riducendo l’ansia e i momenti di tensione: “Stiamo testando un sistema digitale che permetterà, tramite app, di seguire in tempo reale le fasi del percorso del paziente: dagli esami alla refertazione. È un modo per dare trasparenza e ridurre lo stress di chi aspetta”. Greco invita infine a ricostruire un rapporto di fiducia tra cittadini e sanità pubblica: “I nostri operatori fanno uno sforzo enorme, spesso con risorse limitate. Ma la rete trapanese è solida e i numeri lo dimostrano. Serve collaborazione, pazienza e fiducia reciproca: solo così la sanità può tornare ad essere percepita come un bene comune”.