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Province in Sicilia, la bocciatura lascia il segno

Continuano le reazioni e i commenti nei due schiramenti polkitici

di Leuccio Emmolo -

La riforma bocciata per l’elezione di primo livello delle Province in Sicilia ha lasciato il segno. Un’ondata di reazioni e commenti allo stop dell’altro pomeriggio all’Ars dove gli 11 voti mancanti alla maggioranza hanno palesato tensioni interne al centrodestra. In assenza di riforma la legge vigente vorrebbe l’indizione dei comizi per elezioni di secondo livello ovvero effettuate senza chiamare alle urne i siciliani ma solo i consiglieri eletti nei comuni che fanno parte della stessa Città metropolitana o Libero consorzio dei Comuni. A chiedere elezioni di secondo livello senza riforma è FdI per bocca del capogruppo Giorgio Assenza “Ritengo che intanto in Sicilia debba cessare l’era decennale dei commissariamenti, facendo ricorso in questa fase almeno all’elezione di secondo livello”. Una frase inserita in una dichiarazione più generale ma che per pezzi della maggioranza è un modo per gettare la maschera se mai ce ne fosse bisogno. Anche l’opposizione spinge in questo senso “Il voto all’Ars era una morte annunciata” dice il deputato del Pd all’Ars, Nello Dipasquale. “Adesso bisogna pensare alle elezioni di secondo livello nelle Province. la maggioranza è rimasta vittima delle sue stesse forzature.

La riforma sarà riproposta, no elezioni di secondo livello. Il segretario nazionale della Democrazia Cristiana, Totò Cuffaro, il capogruppo all’Ars della Dc Carmelo Pace e il presidente della I Commissione Affari Istituzionali, Ignazio Abbate affermano che “nel programma del Presidente Schifani è scritto a chiare lettere che i protagonisti del voto devono essere i cittadini e questo è quello che prevedeva la riforma bocciata in Aula. Non vogliamo, pertanto, sentire parlare di elezioni di secondo livello, quelle per le quali voterebbero solo i sindaci ed i consiglieri comunali, soprattutto se questa proposta arriva da esponenti di maggioranza. Rimaniamo, pertanto, interdetti nel sentire che l’onorevole Assenza chieda l’elezione di secondo livello, dopo che, mesi addietro, tutte le forze di maggioranza hanno sottoscritto, in maniera compatta, il programma del presidente Schifani” dicono sottolineando proprio il passaggio della dichiarazione del capogruppo di FdI. -Quello che deve essere chiaro a tutti aggiungono gli esponenti DC- è che non può esserci alcun passo indietro: il testo di riforma delle Province deve tornare presto all’esame dell’Ars per essere discusso. Occorre che la legge- venga approvata per salvaguardare i territori e per rendere protagonisti gli elettori, facendo così prevalere la democrazia”