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Province in Sicilia, Schifani incontra Galvagno

Il presidente ha incontrato anche il segretario nazionale della DC, Totò Cuffaro

di Leuccio Emmolo -

Si è  concluso nel  primissimo pomeriggio  a Palazzo dei Normanni, un incontro tra il presidente della Regione siciliana Renato Schifani e il presidente dell’Assemblea regionale siciliana Gaetano Galvagno. Dal colloquio – si legge in una nota – continua ad emergere un solido rapporto tra le due istituzioni, a differenza di quanto è accaduto, spesso, nel passato più o meno recente. A proposito del voto di ieri sulle Province, si è convenuto sul fatto che la mancanza dei voti necessari per l’approvazione del disegno di legge fosse imputabile a più forze politiche e non a un solo gruppo parlamentare. Sia il presidente Schifani che il presidente Galvagno hanno espresso il proprio rammarico per il fatto che i deputati che hanno votato contro il ddl non abbiamo manifestato il loro intendimento prima del voto d’Aula, fornendo invece ampie rassicurazioni al presidente della Regione, poi smentite dai fatti. I due presidenti hanno poi anche concordato sul fatto che incidenti di questo tipo non siano più accettabili, a maggior ragione su temi che rappresentano i pilastri del programma di governo. Il presidente Schifani ha comunicato al presidente Galvagno che, nel caso in cui fatti del genere dovessero ripetersi, verranno assunte decisioni politicamente importanti.

E sempre Schifani  ha incontrato a Palazzo d’Orleans il segretario nazionale della nuova Democrazia Cristiana, Salvatore Cuffaro, per un’analisi dell’attuale situazione politica. Quanto accaduto ieri in aula sembra aver lasciato il segno. Salvo Geraci, deputato regionale della Lega, oggi ha affermato che “L’esito del voto sul ddl  è imbarazzante. A mio avviso è il frutto di una politica che alcuni deputati pensano come autoreferenziale, avendo paura della partecipazione democratica e dell’autodeterminazione dei territori. É ancora più grave che nella maggioranza ci siano state molte defezioni. Va fatta chiarezza nella coalizione Schifani per evitare un’ulteriore figura barbina che serve solo a ringalluzzire le opposizioni”.