Cronaca

I resti di una tragedia

Il naufragio di Selinunte

di tp24 -

In spiaggia rimangono alcune paia di jeans, uno zaino vuoto, delle ciabatte… C’è anche una scarpa da tennis numero 38. Sarà appartenuta ad un ragazzino o ad una donna. Dopo 3 giorni di viaggio, erano praticamente arrivati. Non potevano immaginare che quel vecchio peschereccio di dieci metri si sarebbe arenato a circa 50 metri dalla spiaggia di Marinella di Selinunte e avrebbe cominciato ad imbarcare acqua. E’ stata l’ennesima strage. Stavolta a morire è un gruppo di cinque giovani tunisini. Non ce l’hanno fatta a raggiungere la spiaggia e sono stati recuperati senza vita nello stesso posto in cui, appena un paio di mesi fa,  la gente trascorreva le proprie vacanze estive.

Quelli che ce l’hanno fatta si sono allontanati in più direzioni. Il giorno dopo ne sono stati rintracciati 35. Uno dei ragazzi avrebbe vagato impaurito per tutta la notte, riuscendo ad incontrare qualcuno soltanto l’indomani intorno a mezzogiorno e raccontando della presenza di una sessantina di persone, compresa una donna, che su quella barca hanno viaggiato per 3 giorni.

Le operazioni di ricerca  però hanno dato esito negativo. A parte quei 5 ragazzi restituiti senza vita dal mare, non è stato trovato nessun altro. Le motovedette della Guardia Costiera di Mazara del Vallo, Porto Empedocle e Sciacca, hanno perlustrato in lungo e in largo: nessuno.

Sotto il coordinamento della procura di Marsala, è stato portato via il timone dell’imbarcazione, per rilevare le impronte che potrebbero condurre allo scafista.

Intanto i cinque corpi giacciono all’obitorio dell’ospedale di Castelvetrano. Cinque vite spezzate, il cui sogno di una vita migliore è finito tra le onde buie del mare di Marinella di Selinunte.