Caltanissetta

Regolamenti di conti a colpi di pistola tra Gela e Riesi

Due episodi di sangue, a distanza di poche ore e di pochi chilometri, scuotono il Nisseno e confermano l’allarme lanciato dal procuratore capo Vella: “qui ormai le controversie si risolvono con le armi, troppo facili da reperire e da usare”

di finmedia -

Da Gela a Riesi, nel cuore della provincia di Caltanissetta, il piombo torna a parlare. Due sparatorie a distanza ravvicinata, due giovani finiti in ospedale, e l’ombra sempre più concreta di un territorio dove le pistole sembrano la risposta a ogni conflitto.

A Gela il primo episodio riguarda una donna di ventotto anni. Ferita alla spalla da un colpo d’arma da fuoco, si è presentata al pronto soccorso dell’ospedale “Vittorio Emanuele”. Sarebbe stata colpita nei pressi di Montelungo, ma al suo arrivo non ha fornito dettagli utili agli investigatori.

Il suo nome, però, già torna alla memoria: la stessa ragazza, quattro anni fa, fu vittima di un’altra sparatoria davanti alla stazione ferroviaria. In quel caso, a sparare fu un sessantasettenne poi morto prima di affrontare il processo. Allora come oggi, la giovane era rimasta coinvolta in una vicenda dai contorni ancora tutti da chiarire.

Ma non è finita qui. Perché a pochi chilometri di distanza, a Riesi, un ragazzo di 21 anni viene raggiunto da almeno un proiettile al braccio. Soccorso d’urgenza e trasferito in elicottero al “Sant’Elia” di Caltanissetta, lotta adesso con gravi lesioni. La sparatoria sarebbe avvenuta in periferia, in circostanze che restano oscure.

Su entrambi i fronti lavorano i Carabinieri: pattuglie sul territorio, posti di blocco, indagini serrate per dare un volto e un nome a chi ha fatto fuoco. La provincia intanto resta intrappolata in una spirale di violenza che sembra non arrestarsi. A ricordarlo sono i numeri delle ultime settimane e le parole, premonitrici, del procuratore Vella: “nel Nisseno le armi circolano con troppa facilità”.

Quello che resta è così un quadro sempre più inquietante: in poche ore due feriti, due armi che tornano a sparare, e un territorio dove la violenza privata sembra aver sostituito il confronto civile.