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Saviano a Scenari: “Scrivere mi ha tolto tutto”
Ancora un fine settimana di grande spessore per il Festival Scenari, organizzato dalla Mondadori Bookstore di Modica e dalla Fondazione Teatro Garibaldi. Dopo Geppi Cucciari, è stata la volta di Roberto Saviano, per la prima volta in Sicilia dopo anni, tappa unica per la presentazione del suo ultimo libro; e di Sandrone Dazieri, maestro italiano del thriller, tornato in libreria con la sua coppia di investigatori che mancavano dalle scene di carta da dieci anni
Sabato sera Modica sembrava una città disegnata per contenere parole che resistono. Come se i suoi vicoli si fossero stretti per trattenere il suono di certi nomi, di certe storie. Qui, tra chiese barocche che sembrano sfidare il tempo con la sola bellezza, è arrivato Roberto Saviano e la sua presenza ha pesato come una sentenza dolceamara: le parole salvano, ma fanno anche male. La prima volta in Sicilia dopo decenni, grazie al festival Scenari, che ha lasciato a Modica qualcosa di diverso. In dialogo con Salvatore Cannata, Saviano ha parlato del suo ultimo libro “L’amore mio non muore”: la storia di Rossella Casini, studentessa universitaria poco più che vent’enne che si innamora di Francesco, legato ad una potente ‘ndrina calabrese. Il suo amore sarà la sua tomba. Roberto Saviano ha scritto il romanzo della sua storia, un’avventura umana che strazia, ricolma d’amore, di violenza e di coraggio che lo ha messo di fronte ad un sentimento che lui stesso ha faticato a comprendere
La scalinata di San Giorgio gremita di un pubblico che ha ascoltato Saviano come si ascolta qualcuno che ha pagato cara la sua voce. Occhi attenti, silenzi che pesa più di un applauso. Roberto Saviano è arrivato a Modica per presentare il suo ultimo libro, ma anche – e forse soprattutto – per riaffermare il ruolo della parola come strumento di resistenza. Che però ha un costo, nella sua vita è stato carissimo; anche a Modica Saviano ha ribadito un concetto che negli ultimi anni è ricorrente nella sua dialettica; non rinnega la sua battaglia contro le magie, ma ha ammesso con molta trasparenza, il dolore che deriva dalla scelta di esporsi: “I simboli non vivono, resistono, ma pagano tutto”.
Il terzo fine settimana di Scenari si è chiuso con Sandrone Dazieri; nell’atrio comunale di Palazzo San Domenico, uno dei maestri italiani del thriller, ha parlato del suo ultimo libro “Uccidi i ricchi”; come sempre Dazieri nei suoi libri esplora il presente, scrive trame con l’intento di denunciare quello che di brutto accade nel mondo. In questa occasione esplora le ragioni profonde dietro la violenza e la vendetta, analizzando le conseguenze estreme delle disuguaglianze sociali e le distorsioni che possono generare nell’animo umano.
Il prossimo fine settimana, ancora tre appuntamenti di grande spessore: ALberto Matano, sulla scalinata di San Pietro; Stefano Massini su quella di San Giovanni, Mario Giordano, sul sagrato della MAdonna delle Grazie.