Palermo
Schifani: “L’insegnamento di Lorefice ha reso Palermo più attenta agli ultimi”
Il presidente della Regione al Dies academicus per i dieci anni di episcopato
«In questi anni l’insegnamento di attenzione agli ultimi, ai più bisognosi, a chi resta indietro, ha permeato la comunità ecclesiale della diocesi, non risparmiando moniti alle istituzioni politiche ed economiche, denunciando la violenza che troppo spesso percorre le nostre strade».
Con queste parole il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani ha aperto il suo intervento allo “Dies academicus” dedicato ai temi del Concilio Vaticano II, organizzato allo Steri di Palermo in occasione del decennale dell’elezione di monsignor Corrado Lorefice ad arcivescovo metropolita.
Un evento per celebrare dialogo e pace
L’iniziativa è stata promossa dalla Fondazione per le Scienze Religiose, in collaborazione con l’Università di Palermo, la Libera Università “Maria Ss. Assunta” e la Facoltà Teologica di Sicilia “San Giovanni Evangelista”.
Nel suo intervento, Schifani ha sottolineato come l’insegnamento del vescovo Lorefice abbia lasciato un segno profondo nella città: «Una prospettiva che dobbiamo coltivare ogni giorno per essere operatori di pace e di dialogo nella nostra comunità, ancora oggi ferita dalla recrudescenza di violenza e assassinii che pensavamo di esserci lasciati alle spalle».
L’eredità del Concilio Vaticano II
Il presidente della Regione ha poi ricordato il valore del Concilio Vaticano II, a sessant’anni dalla sua conclusione: «Ha trasformato profondamente la vita della Chiesa mondiale, offrendo un contributo straordinario per il suo passaggio a una nuova epoca storica».
Lorefice, interprete della fratellanza e del dialogo
Schifani ha quindi riconosciuto in monsignor Lorefice un interprete fedele dei valori conciliari, capace di dare nuova linfa alla comunità palermitana: «Ha propugnato la fratellanza, l’accoglienza, la solidarietà verso tutte le forme di povertà e l’attenzione al dialogo interreligioso. Desidero ringraziarlo per il suo impegno personale nel contrasto alla criminalità che sta toccando la nostra città e la nostra regione».
L’appello alla collaborazione tra istituzioni e comunità
Il governatore ha infine richiamato la necessità di un impegno corale: «Dobbiamo fare sistema e lo stiamo facendo. Anche il suo movimentismo pastorale, che ha portato istituzioni, cittadini e fedeli allo Zen dopo i fatti delittuosi degli ultimi tempi, lo dimostra. L’auspicio è di averlo ancora con noi per molto tempo, pastore illuminato e illuminante per l’intera comunità diocesana».
