Palermo
Scritte sui muri del Palazzo di Giustizia
I carabinieri sono intervenuti e indagano per risalire agli autori
Nella notte scorsa, Palermo si è svegliata con un messaggio di forte impatto: due scritte di protesta sono state trovate nelle vicinanze del Palazzo di Giustizia, puntando il dito contro il sistema giudiziario. Gli slogan, “La vergogna è vostra tribunali stupratori” e “104 femminicidi e i processi li fate alle vittime”, rappresentano un grido di rabbia e disillusione nei confronti delle istituzioni che, secondo gli autori delle scritte, non fanno abbastanza per difendere le donne vittime di violenza e per garantire giustizia.
Le scritte appaiono a ridosso del 25 novembre, Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, un appuntamento di rilevanza mondiale che sottolinea l’importanza di combattere ogni forma di violenza di genere e di creare consapevolezza sul drammatico numero di femminicidi. La scelta di manifestare in un luogo simbolico come il Palazzo di Giustizia appare quindi significativa, mirata a mettere in evidenza le criticità di un sistema che, in alcuni casi, è percepito come poco efficace nel proteggere le donne.
Il numero riportato, “104 femminicidi”, è una tragica testimonianza di un fenomeno ancora lontano dall’essere risolto. Questi casi di violenza estrema contro le donne sono spesso il risultato di un’escalation di comportamenti aggressivi e di un contesto di abusi ripetuti, che avrebbero potuto essere fermati con interventi tempestivi. In questo contesto, le critiche mosse al sistema giudiziario riguardano presunte lentezze, mancanze di tutela preventiva per le vittime, e procedimenti legali che, talvolta, appaiono incentrati sulla messa in discussione delle vittime anziché sulla condanna degli aggressori.
Dopo la scoperta delle scritte, i carabinieri sono intervenuti per esaminare la scena e avviare le indagini. Gli inquirenti stanno cercando di raccogliere tutte le informazioni disponibili, utilizzando anche le telecamere di sorveglianza presenti nell’area, per risalire agli autori del gesto.