Cronaca

Sette persone indagate per spaccio di droga ad Augusta, ma c’è tanto altro dietro l’operazione dei carabinieri

Anche i rapporti tra gli stessi soggetti gravemente indiziati di spaccio di sostanze stupefacenti non erano buoni

di Sergio Randazzo -

C’è tanto altro dietro l’operazione dei carabinieri di Siracusa che ha eseguito stamattina 7 ordinanze di misure cautelare a carico di altrettanti soggetti ritenuti gravemente indiziati del reato di spaccio di stupefacente nel territorio di Augusta.

Oltre lo spaccio

Oltre allo spaccio, emergono storie di violenza, debiti non pagati, relazioni sentimentali tra spacciatore e assuntrice e tanti giovani alla ricerca spasmodica di sostanze stupefacenti. L’operazione dei militari dell’Arma ha fatto emerge quanto di brutto ci sia nel tessuto sociale di Augusta. Un numero considerevole di giovani e meno giovani, uomini e donne, trascorrevano gran parte della giornata alla ricerca frenetica di stupefacente, chiamando ripetutamente il loro spacciatore di fiducia anche per più cessioni nella stessa giornata. In almeno un caso, una tossicodipendente strumentalizzava la propria relazione con uno degli indagati chiamandolo più volte al giorno e messaggiando per avere continue cessioni di stupefacenti. Anche i rapporti tra gli stessi soggetti gravemente indiziati di spaccio di sostanze stupefacenti non erano buoni. I sette a volte acquistavano lo stupefacente tra loro anche indebitandosi. In almeno un caso uno dei sette indagati è arrivato ad aggredire un correo con calci e pugni per farsi restituire 1300 euro di stupefacente non pagato. Ingegnosi erano poi i luoghi di spaccio individuati dai sette indagati. Oltre che presso le rispettive abitazioni, i contatti tra i soggetti gravemente indiziati di spaccio e assuntori avvenivano spesso in strada, in luoghi affollati, addirittura presso la centralissima porta spagnola o ancora utilizzando le cassette condominiali delle lettere come luogo di scambio denaro/stupefacente evitando così contatti diretti tra venditore e acquirente. Numerosi erano infine i tossicodipendenti percettori del reddito di cittadinanza che utilizzavano la relativa card come pegno del futuro pagamento dello stupefacente, consegnando allo spacciatore anche il numero di Pin affinché potesse prelevare in autonomia il denaro dopo la ricarica mensile da parte dello Stato.