Catania

Sfruttamento e caporalato nel Catanese: smascherato dai Carabinieri un sistema illecito

Secondo gli accertamenti, a capo della rete ci sarebbe un 32enne di Biancavilla

di Sergio Randazzo -

Due lavoratori stranieri in condizioni di forte vulnerabilità sono stati sfruttati all’interno di una cooperativa agricola del Catanese. È quanto emerso da un’indagine portata avanti dai militari del Nucleo Ispettorato del Lavoro (N.I.L.) di Catania, con il coordinamento della Procura della Repubblica. Tre persone sono state denunciate per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, in attesa del giudizio definitivo.

Il sistema illecito: chi sono gli indagati

Secondo gli accertamenti, a capo della rete ci sarebbe un 32enne di Biancavilla, già con precedenti, presidente della cooperativa. Con lui, un 38enne marocchino residente ad Adrano, che avrebbe avuto il ruolo di caporale, e un altro 38enne di Scordia, anche lui con precedenti, che collaborava attivamente nella gestione della manodopera.

Lavoro sotto minaccia e paghe da fame

Le condizioni di lavoro imposte alle vittime erano disumane: orari eccessivi, ambienti privi di sicurezza e compensi nettamente inferiori a quelli previsti dal contratto nazionale. In un caso, uno degli indagati avrebbe addirittura minacciato un lavoratore di licenziamento se non avesse restituito parte del già misero salario. Un’accusa che ha fatto scattare anche l’ipotesi di estorsione.

Le vittime messe in salvo

I due lavoratori sfruttati sono stati presi in carico da una struttura protetta, gestita da un’organizzazione internazionale per le migrazioni, dove riceveranno supporto e protezione.

L’impegno delle autorità

Il Comando Provinciale di Catania ha ribadito la propria determinazione nel contrastare ogni forma di sfruttamento e violazione dei diritti fondamentali, sottolineando l’importanza di tutelare la dignità di ogni lavoratore, a prescindere dalla sua origine o condizione sociale.